Interpelli facoltativi e obbligatori, giuridico-interpretativi e «fattuali»

di Fabio Carrirolo

Pubblicato il 12 novembre 2011

Una corposa guida all'istituto dell'interpello: i casi in cui è obbligatorio, quelli in cui è facoltativo, gli effetti dell'interpello sia positivo che negativo, l'interpello antiabusivo, il caso delle società di comodo...

Il diritto di interpello - Aspetti generali

Il diritto di interpello, affermatosi soprattutto a seguito dell’emanazione e dell’attuazione dello Statuto del contribuente, costituisce il «pilastro» fondamentale sul quale si intendeva costruire un rapporto paritetico e collaborativo tra contribuenti e Fisco.

L’obiettivo è ambizioso, e deve essere letto – a parere di chi scrive – in una prospettiva «programmatica», nei termini della piena attuazione del disposto costituzionale.

L’interpello appare principalmente quale strumento volto alla precisazione e alla spiegazione degli aspetti interpretativi di una fattispecie, in ordine alla quale il contribuente (privato, impresa, ente, etc.) manifesta un dubbio.

Gli altri utilizzi dello strumento dell’interpello, via via divenuto funzionale alla «presentazione» di situazioni di fatto note al contribuente ma non anche all’amministrazione, si situano piuttosto in un contesto «limitrofo» rispetto alle attività di accertamento, offrendo ai contribuenti la possibilità di promuovere la disapplicazione di disposizioni antielusive, mediante una produzione di idonei riscontri documentali.

Il presente contributo si propone di tracciare una mappa dei vari interpelli disponibili allo stato della normativa vigente, con i relativi consigli quanto al loro impiego e alla loro gestione.

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