Con la riforma fiscale, si sta estendendo il contraddittorio tra il fisco e il contribuente, tanto da diventare quasi universale. Questo articolo fornisce una panoramica delle novità, comprese le decisioni della Corte Costituzionale e i cambiamenti legislativi, che stanno promuovendo una maggiore dialettica e collaborazione tra le parti coinvolte nei controlli fiscali.
Come è noto, la Corte costituzionale, con la sentenza n. 47 del 2023, ha riconosciuto che le garanzie fissate nell’art.12, comma 7, della L. 212/2000 (Diritti e garanzie del contribuente sottoposto a verifiche fiscali)…
…“trovano applicazione esclusivamente in relazione agli accertamenti conseguenti ad accessi, ispezioni e verifiche fiscali effettuate nei locali ove si esercita l’attività imprenditoriale o professionale del contribuente; ciò, peraltro, indipendentemente dal fatto che l’operazione abbia o non comportato constatazione di violazioni fiscali”.
La stessa Corte Costituzionale, preso atto che:
“la mancata generalizzazione del contraddittorio preventivo con il contribuente, fin qui limitato a specifiche e ben tipizzate fattispecie, risulta ormai distonica rispetto all’evoluzione del sistema tributario, avvenuta sia a livello normativo che giurisprudenziale”, ha invitato il legislatore a porre in essere “un tempestivo intervento normativo che colmi la lacuna evidenziata”.
Fondamenti del contraddittorio nelle verifiche fiscali
Il monito dei giudici costituzionali deriva dalla constatazione che il rafforzamento della dialettica tra contribuente e Amministrazione Finanziaria esterni ha trovato spazio solo nei controlli esterni attraverso la Legge n. 212/2000, che ha introdotto nel nostro ordinamento fiscale lo Statuto del Contribuente, in attuazione degli artt. 3, 23, 53 e 97 della Costituzione, facendo sostanzi