Nelle compravendite di immobili, i contratti preliminari, i verbali di consegna e i comodati possono anticipare la competenza temporale delle vendite con effetti sia sul bilancio che sul reddito d’impresa delle società immobiliari; anche sulla maturazione di plusvalenze. Uno degli strumenti utilizzati dal Fisco è quello di contestare l’abuso del diritto nella successione dei contratti…
La Corte di Cassazione ha ritenuto rilevante, ai fini dell’individuazione della competenza fiscale di alcune compravendite di immobili, un modus operandi della società venditrice che sostanzialmente anticipava il pieno godimento in capo agli acquirenti delle singole unità immobiliari attraverso contratti preliminari, successivi verbali di consegna e contratti di comodato delle unità abitative, procrastinando il rogito della compravendita in anni successivi.
In altri termini tale combinazione di contratti è stata considerata del tutto suppletiva dell’effetto traslativo che sul piano ordinamentale si raccorda alla stipula del rogito notarile, ritenendo che ai fini dell’art 109 TUIR la cessione degli immobili si fosse già concretamente realizzata tra le parti sotto il profilo economico-funzionale, a prescindere dalla sua successiva formalizzazione in un atto pubblico.
Il caso: il Fisco contesta la competenza fiscale delle vendite immobiliari
Nell’atto impositivo l’Agenzia delle Entrate intentava anche la via dell’abuso del diritto contestando come arbitrario il differimento della stipula degli atti pubblici definitivi di trasferimento e, quindi, della competenza fiscale della dichiarazione dei maggiori ricavi, attraverso l’artificiosa sequenza di atti che dissimulava un trasfe