Le donazioni e successioni di quote societarie verso familiari godono di esenzioni fiscali consolidate, ma per le società senza impresa – come holding, immobiliari o semplici – permangono dubbi interpretativi. La riforma del 2025 non chiarisce completamente la questione, lasciando spazio a incertezze e necessità di prudenza nella pianificazione patrimoniale.
Esenzione fiscale per la donazione e successione di quote: il caso delle società semplici, holding e immobiliari
La donazione, come pure la successione, di quote di controllo di società di capitali a favore di familiari (coniuge e o discendenti, non altri) sono da tempo esenti da imposte. Lo stesso dicasi per la donazione /successione di quote di società di persone, tutte con l’unico impegno, da parte dei beneficiari, di detenerle per almeno 5 anni. Invero per le società di persone parte della dottrina (Busani, 2018) ritiene non valere quest’obbligo.
Se atti fatti a favore di più soggetti, gli stessi gestiranno le quote in comunione, nominando un rappresentante comune (Risposta ad interpello n. 185/2023, Circ. N. 3/2008 e Cassazione n. 6591 e 7429/2021).
Ricordiamo qualche aspetto specifico:
- l’esenzione non spetta se effettuata a favore di parenti in linea collaterale (Cassazione n. 31333/2019; nel caso specifico, donazione al figlio della sorella);
- la donazione può essere effettuata anche con atti plurimi (risposta ad interpello n. 257/2019);
- il controllo può essere raggiunto anche in modo indiretto, tramite società controllate (Ri