Le spese detraibili per chi si trova nel regime forfettario

Come noto, i contribuenti forfettari non possono godere delle detrazioni IRPEF in dichiarazione dei redditi sulle spese agevolate. Esaminiamo la ratio di questa scelta normativa…

Le detrazioni IRPEF e il regime forfettario

spese detraibili regime forfettarioUno degli elementi che rientrano nella valutazione di convenienza per il regime forfettario è sicuramente legato alle detrazioni di imposta, siano esse per carichi di famiglia, per lavoro, o ancora per spese detraibili come quelle sanitarie o di ristrutturazione.

In mancanza di ulteriori redditi, infatti, il contribuente che, per la propria attività economica decide di fruire del regime naturale del forfettario, non ne avrebbe beneficio.

Tale discrimine ha portato spesso a discussioni tra gli addetti ai lavori; non è nemmeno mancato chi, a seguito della formazione del nuovo Consiglio dei Ministri, ne abbia auspicato la ammissione, al fine di rendere più appetibile il regime in commento.

In verità, tralasciando ragionamenti “di pancia”, a favore di quelli più tecnici, che tra l’altro sono decisamente più indicati sulla bocca di un professionista addetto ai lavori, è fin troppo evidente che tale auspicio non può che restare inascoltato, e non certo per una “sordità” del Legislatore, bensì per motivazioni squisitamente giuridiche. Vediamone alcune.

In primis, le spese detraibili lo sono solo dall’ Irpef, mentre è noto che l’imposta a cui il forfettario è assoggettato è una imposta sostitutiva dell’irpef.

In ogni caso, si coglie l’occasione per precisare che non è assolutamente vero che il forfettario non può detrarre tali spese, posto che la loro mancata detrazione è frutto dell’assenza di reddito assoggettato ad Irpef; lo stesso discorso accade nel caso di soggetti che non hanno reddito imponibile, o che pur avendolo, viene azzerato per il solo effetto delle deduzioni.

Un forfettario che invece ha altri redditi (di fabbricati o di lavoro dipendente) potrà beneficiare della detrazione delle spese in commento, che andranno ad abbattere l’irpef scaturente da essi.

 

I contributi previdenziali dei forfettari

A sostegno della tesi della ammissibilità della detrazione delle spese, si potrebbe invocare che per i forfettari è ammessa la deduzione dei contributi previdenziali, ma tale affermazione non può portare ad alcuna soluzione valida.

E’ vero infatti che per i forfettari i contributi previdenziali sono deducibili in quanto esiste una norma specifica che lo ammette, ma è altrettanto vero che la eventuale norma che ammettesse anche la detrazione delle spese, ammessa ma non concessa la sua legittimità, dovrebbe essere accompagnata da una diversa (e più bassa) aliquota di detrazione, stante la diversa aliquota di tassazione del reddito.

In tal caso contrario, infatti, si creerebbe una disparità di trattamento a favore dei forfettari e a scapito dei soggetti con partita iva in regime ordinario.

Una spesa medica di 1.000 euro determinerebbe infatti il risparmio fiscale di 190 euro, che “peserebbe”, in termini di importanza, decisamente di più sulla aliquota di tassazione forfettaria rispetto a quella ordinaria.

Non si dimentichi, tra l’altro, che la deduzione dei contributi previdenziali è meno “importante” se avviene a scomputo del reddito da forfettario (tassato, nella peggiore delle ipotesi, al 15%), che non a scomputo dell’ordinario (tassato, nella migliore delle ipotesi, al 23%).

Le motivazioni su esposte dovrebbero essere sufficienti a far comprendere come la richiesta di cui abbiamo scritto è improponibile.

Quello che al massimo potrebbe essere auspicabile sarebbe una riduzione/rivisitazione delle percentuali di forfettizzazione del reddito, che potrebbero essere impostate come variabili in base alla presenza o meno di detrazioni di imposta.

 

A cura di Danilo Sciuto

Martedì 25 ottobre 2022