Ravvedimento dichiarazione IVA 2022: era il 29 luglio l'ultimo giorno utile?

Illustriamo i passi da seguire per regolarizzare l’omessa presentazione della dichiarazione IVA nei termini di scadenza.

Dichiarazione IVA 2022: la presentazione oltre il termine di scadenza

dichiarazione Iva 2022 non inviataLa dichiarazione IVA relativa all’anno d’imposta 2021 andava presentata entro il 30 aprile 2022, data che, cadendo di sabato, è automaticamente slittata al 2 maggio 2022.

Per chi non l’avesse fatto, è prevista una finestra temporale di novanta giorni, nella quale validamente presentarla, anche se ovviamente è prevista una sanzione, che va dal 120% al 240% dell’ammontare del tributo dovuto per il periodo d’imposta (o dal 60% al 120% nel caso che vedremo di seguito) o, per le operazioni che avrebbero dovuto formare oggetto di dichiarazione, di un minimo di 250 euro.

Tale sanzione è ravvedibile in base alle norme generali del ravvedimento in tema di omesse dichiarazioni, ossia con il pagamento di 1/10 della misura minima, ossia con una sanzione ridotta di euro 25 (1/10 di euro 250).

 

Versamento oltre il novantesimo giorno dalla scadenza

Si ricorda che, ai fini della validità del ravvedimento, è condizione necessaria che anche il versamento dei 25 euro avvenga entro i 90 giorni, e quindi non solo la presentazione della dichiarazione.

Nel caso in cui infatti il versamento avvenga dopo il novantesimo giorno, la dichiarazione resterà valida (per quanto su detto), ma potrà essere irrogata la sanzione edittale (come sopra già esposto), che – si faccia attenzione – potrà anche non essere quella di 250 euro, in quanto quest’ultima è prevista solo nei casi di:

  1. ravvedimento, oppure di
  2. regolare versamento effettuato dell’Iva dovuta.

 

Le dichiarazioni IVA omesse

Le dichiarazioni IVA presentate oltre 90 giorni si considerano, invece, omesse, anche se costituiscono titolo per la riscossione dell’imposta, qualora ovviamente sia dovuta.

In particolare, se la dichiarazione Iva 2022 è presentata dopo i 90 giorni ma entro il 30/4/2023 e, comunque, prima dell’inizio di qualunque attività amministrativa di accertamento di cui il soggetto passivo abbia avuto formale conoscenza, si applica la sanzione amministrativa ridotta che va dal 60% al 120% dell’ammontare del tributo dovuto per il periodo d’imposta o per le operazioni che avrebbero dovuto formare oggetto di dichiarazione, con un minimo di euro 200 (invece di quella che va dal 120% al 240%, già esposta).

Per beneficiare del ravvedimento operoso, il contribuente quindi deve:

  • provvedere alla presentazione della dichiarazione Iva;
  • versare la sanzione dovuta (250 euro) ridotta a 1/10, ossia a 25 euro.

Nel caso in cui oltre all’omessa presentazione il contribuente abbia omesso anche il versamento dell’imposta, dovrà ravvedere i singoli omessi versamenti, con le riduzioni previste (a 1/9 del 15% o 1/8 del 30% a seconda che il ritardo non superi o superi i 90 giorni), ma per far questo ha più tempo, posto che i 90 giorni come termine ultimo inderogabile sono previsti solo per il ravvedimento della dichiarazione, e non anche per quello degli omessi versamenti (che ovviamente configurano infrazioni diverse dalla omessa presentazione).

 

Le novità per quest’anno: entro quando è possibile il ravvedimento?

Quest’anno, il ravvedimento della dichiarazione Iva non presentata a scadenza ha una peculiarità. Come detto, infatti, il termine è stato il 2 maggio, in quanto il 30 aprile era sabato.

Per questo motivo, anche i 90 giorni devono decorrere da tale data, posto che il ravvedimento va effettuato in riferimento alla data di commissione della infrazione, che sicuramente alla data del 30/4 non poteva certo dirsi compiuta.

In questo senso, anche le istruzioni alla dichiarazione Iva22, laddove si legge:

“In base all’art. 8 del d.P.R. 22 luglio 1998, n. 322 e successive modificazioni, la dichiarazione IVA, relativa all’anno 2021 deve essere presentata nel periodo compreso tra il 1° febbraio e il 2 maggio 2022. Ai sensi degli artt. 2 e 8 del d.P.R. 22 luglio 1998, n. 322, le dichiarazioni presentate entro novanta giorni dalla scadenza dei suddetti termini sono valide, salvo l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge”.

E’ da ritenersi errata, dunque, l’affermazione contenuta nel provvedimento Prot. n. 263062/2022 del 5 luglio:

“5.1 I contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione IVA relativa al periodo di imposta 2021 possono regolarizzare la posizione presentando la dichiarazione entro novanta giorni decorrenti dal 30 aprile 2022”.

La scadenza per ravvedere la dichiarazione IVA 2022 omessa è il 31 luglio.

Ma, poiché tale data cade di domenica, viene automaticamente prorogata all’ 1/8.

Ancora, poiché, come è noto, tutte le scadenze dall’ 1 al 20 agosto slittano al 20 agosto, essa andrebbe al 20 agosto, giorno che quest’anno cade di sabato, andando a differire quindi al 22 il suddetto termine di 90 giorni.

Dal punto di vista tecnico è così.

Spetta come sempre agli operatori del settore valutare se sfruttare questo termine così ampio (22/8 anziché 29/7) per regolarizzare la dichiarazione iva omessa a scadenza naturale, oppure se, prudentemente, prendere per buono il termine del 29 luglio.

In questa decisione occorre infatti tenere presente che, stante il provvedimento recente succitato, l’agenzia potrebbe contestare la tempestività delle dichiarazioni Iva presentate dopo il 29/7 ma entro il 22/8, con le conseguenze che da tale fattispecie (omessa dichiarazione) scaturirebbero, ancorché esse, come visto, sarebbero infondate.

 

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A cura di Danilo Sciuto

Giovedì 28 luglio 2022