Il finanziamento dei soci rappresenta una pratica a cui le società spesso ricorrono per sopperire a momenti di carenza di liquidità. L’operazione potrebbe, tuttavia, rappresentare per il fisco un segnale di pericolosità fiscale.
I finanziamenti dei soci: premessa
Sussiste anche una dimensione “patologica” dei finanziamenti dei soci, poiché il ricorso agli stessi può supportare condotte illecite, rappresentando lo strumento per celare violazioni della normativa tributaria.
Ciò anche a causa della prassi, diffusa soprattutto nelle società a ristretta base azionaria, di non qualificare in maniera precisa i versamenti in denaro dei soci.
Risulta una diffusa prassi accertativa secondo la quale, nel caso in cui vengano riscontrati nella contabilità aziendale finanziamenti dei soci “anomali” sia per l’ingente ammontare, sia per la modalità di finanziamento (ad esempio, in contanti) e la tempistica di erogazione (ad esempio, in sistematica prossimità dei pagamenti aziendali) ovvero finanziamenti in contrasto con reali esigenze operative e di convenienza reddituale, il fisco procede con il disconoscimento della qualificazione contabile dell’operazione (finanziamento infruttifero) deducendo una diversa natura della stessa (ricavi extracontabili).
Si tratta di una prassi che ha trovato riscontro nella giurisprudenza di legittimità.
La presunzione del Fisco: i ricavi extracontabili
Il fisco, qualora riscontri che tali finanziamenti costituiscono una condotta antieconomica (ad esempio, perché ingenti e reiterati, a fronte di una gestione aziendale improduttiva) e che i soci non sono in grado di giustificarne la provenienza, anche alla luce delle loro disponibilità, contesta la inattendibilità della contabilità e procede ad un accertamento, presumendo che i finanziamenti costituiscano, in realtà, ricavi non dichiarati.
L’Amministrazione contesta, inoltre, una distribuzione di utili occulti, dissimulata tramite la successiva restituzione dei finanziamenti.
Per il fisco gli asseriti finanziamenti infruttiferi dei soci (appostati in bilancio come tali) sono, in realtà, «utili non dichiarati, “neri”, che la società fa riemergere nella contabilità sotto tale voce fittizia.
Per il fisco i soci non effettuano alcun versamento nelle casse sociali, in quanto gli importi “etichettati” come finanziamento soci infruttifero sono invece utili gestiti dalla società in maniera extracontabile, di cui la società stessa non risulta abbia mai deliberato l’attribuzione ai soci.
Inoltre per il fisco