Gli ISA: l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e le modifiche degli indicatori

Si è svolta l’11 settembre scorso la riunione della Commissione degli Esperti degli ISA che, sulla base delle indicazioni fornite dal Decreto Rilancio, ha delineato il programma ritenuto necessario per definire le modifiche degli indicatori rese indispensabili dai cambiamenti legati all’emergenza da Covid-19.

isa emergenza covid modifiche indicatoriL’articolo 148 del decreto Rilancio (D.L. n. 34/2020) ha fornito l’input alla Commissione degli Esperti degli ISA per l’avvio del “percorso condiviso” che dovrebbe condurre alla modica degli indici sintetici di affidabilità. Le modifiche future degli indicatori trovano il fondamento normativo all’interno della disposizione citata e la disposizione in commento è finalizzata a tenere conto degli effetti economici negativi dovuti all’emergenza epidemiologica di Covid – 19.

Nel corso di una riunione preliminare della Commissione degli esperti, tenuta l’11 settembre scorso, è stato illustrato il prossimo programma, che dovrà essere concretamente attuato nel corso dei prossimi mesi, al fine di addivenire ad una modifica dei predetti indicatori.

 

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ISA: l’evoluzione ordinaria

Il primo intervento che sarà posto in essere nei prossimi mesi riguarda l’attività di “evoluzione ordinaria”.

Gli indicatori sono oggetto di revisione al massimo entro due anni.

Pertanto, entro breve sarà avviato l’iter di revisione riguardante gli 87 ISA e le rispettive attività economiche che non hanno subito modifiche lo scorso anno.

Tale intervento, come detto, rientra nell’attività ordinaria, ed è del tutto sganciato rispetto alla previsione dell’art. 148 del decreto Rilancio.

 

Le attività straordinarie e le modifiche degi indicatori ISA

Nel corso della commissione degli Esperti è stata manifestata la necessità di intervenire con alcune e specifiche modifiche “straordinarie” degli ISA.

Le modifiche incideranno sui criteri di determinazione dei valori degli indicatori per gli anni 2020 e 2021, cioè nel periodo di imposta durante il quale è stato proclamato lo stato di emergenza dovuto alla diffusione del virus e nell’anno successivo, anch’esso fortemente condizionato con effetti negativi che incideranno sulla riduzione del fatturato della maggior parte delle attività economiche.

Il punto di partenza delle modifiche sarà costituito dal testo dell’art. 148 del decreto Rilancio.

La disposizione prevede la possibilità di introdurre nuove cause di esclusione a causa dell’emergenza epidemiologica tutt’ora in atto.

Tuttavia, precisa la medesima norma, che le modifiche non dovranno determinare nuovi oneri o adempimenti a carico dei contribuenti.

Inoltre, gli ordini professionali potranno indicare ulteriori dati rilevanti al fine di migliorare il corretto funzionamento degli indicatori.

Nel corso della riunione è emerso che le modifiche degli ISA riguarderanno l’introduzione di specifici correttivi individuali.

Inoltre, ulteriori novità interesseranno le soglie dei singoli indicatori.

La soluzione indicata è sicuramente positiva, ma non sufficiente.

Infatti, gli effetti della crisi, che diversamente dal passato, non è congiunturale, sono diversi a seconda dei singoli comparti economici ed è influenzata da molteplici fattori.

Ad esempio, le imprese che lavorano nel settore alimentare ed anche le farmacie, non dovrebbero aver registrato alcuna riduzione del fatturato.

Diversamente, i contribuenti che lavorano nel settore della ristorazione, registrano sensibili riduzioni del fatturato ancora oggi.

Lo smart working ha modificato radicalmente le abitudini consolidate da anni.

I ristoranti e i bar, la cui clientela abituale è costituita soprattutto dai lavoratori degli uffici ubicati in prossimità dell’attività dagli stessi esercitata, hanno subito una “falcidia” delle entrate.

Ciò in conseguenza degli uffici semivuoti o che lavorano con una presenza a scartamento ridotto. 

E’ possibile poi individuare anche attività che di fatto non hanno mai sospeso l’erogazione dei servizi, in quanto “indispensabili”, quindi neppure dopo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo 2020, ma che comunque sono in crisi.

In tal caso la crisi di liquidità della propria clientela si è inevitabilmente riversata sulle attività formalmente “operative”.

Sotto questo profilo, la scelta di intervenire con correttivi di tipo individuale è sicuramente corretta, ma si deve pur sempre tenere conto del fatto che quella ancora oggi in atto non è una crisi congiunturale come quella del 2008.

Gli interventi necessari dovranno essere molto più profondi rispetto all’introduzione di un mero correttivo dei ricavi o dei compensi di tipo individuale.

Presumibilmente sarà necessario ripensare all’intero modello degli ISA con delle modifiche strutturali in grado di incidere direttamente sui modelli di business.

 

Tutti gli interventi in materia di ISA sono pubblicati nell’apposta sezione >>> vedi>>>

A cura di Nicola Forte

Venerdì 18 settembre 2020