Il DURC fiscale, o DURF, sarà disponibile nel cassetto fiscale

Il DURF, tempi tecnici permettendo, sarà disponibile nel cassetto fiscale e potrà essere prelevato direttamente da lì.
Ma aggiungiamo una critica…

durfCosa è il DURF o DURC fiscale

Si tratta del cosiddetto certificato di regolarità fiscale – DURF Documento Unico Regolarità Fiscale – per gli appalti caratterizzati da prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente con l’utilizzo di beni strumentali di proprietà di quest’ultimo o ad esso riconducibili in qualunque forma (oltre il valore di 200.000 euro rientrano nelle nuove disposizioni).

I dettagli li abbiamo già spiegati in precedente articolo al quale si rinvia: DURC fiscale: certificato di regolarità fiscale, chiamato anche DURF

Il modulo è stato approvato con il provvedimento del 6 febbraio 2020 e può essere visionato direttaemnte da qui.

 

Il DURF nel cassetto fiscale

L’aggiornamento da segnalare oggi riguarda il fatto che il DURF, tempi tecnici permettendo, sarà disponibile nel cassetto fiscale e potrà quindi essere prelevato direttamente da lì.

Lo ha anticipato Alessio Villarosa, sottosegretario del ministero dell’economia, rispondendo ad un question time.

A tal fine, come viene affermato dal sottosegretario, sono state avviate le attività propedeutiche alla realizzazione dell’applicazione che consentirà di produrre il certificato con modalità automatizzate e, conseguentemente, di renderlo disponibile all’interno del cassetto fiscale del contribuente, nella sua area riservata.

«Per quanto riguarda i tempi di realizzazione della suddetta applicazione automatizzata»«l’Agenzia delle entrate fa presente che l’elaborazione del certificato richiede il riscontro di diverse tipologie di dati, provenienti sia dal sistema informativo dell’Anagrafe tributaria, sia dagli agenti della riscossione, pertanto, al disponibilità del certificato in via automatizzata risulta strettamente connessa ai tempi tecnici di realizzazione di complessi sistemi di interscambio e aggiornamento dei dati, stimabili nell’ordine di qualche mese».

 

E i poveri contribuenti?

Questo intervento “del MEF” è sicuramente da apprezzare… certo: si tratta di un (infinitesimamente piccolo) aiuto da parte dell’agenzia delle Entrate ai contribuenti… però… però fa pensare!!
L’articolo 4 del D.L. 26/10/2019 n. 124 – il cosiddetto “collegato alla Legge di Bilancio 2020” (convertito in Legge 19/12/2019 n. 157) ha introdotto, con pochi giorni di anticipo, un lavoro burocratico immane per le aziende coinvolte in determinati appalti.

Una richiesta decisamente esagerata! Portata avanti evidentemente da persone che non vivono, e non conoscono, le difficoltà operative del mondo imprenditoriale.

Si tratta di uno dei più classici esempi di una burocrazia che sempre di più stritola i contribuenti italiani. Una burocrazia che comporta notevoli costi per le aziende che poi si devono confrontare sul mercato con i loro competitor stranieri, comunitari e non, che tutti questi costi, tutta questa burocrazia non ce l’hanno.

Ovviamente la motivazione di questa e tantissime altre disposizioni normative è da ricercarsi nell’evasione fiscale, obiettivo assolutamente da perseguire.

Ma è forse arrivato il momento di smettere di inserire continuamente nuovi adempimenti burocratici a tutti i contribuenti – la gran parte non evasori – per cercare di ridurre l’evasione dei numericamente pochi che la fanno.

In questo contesto appare fuori luogo dire ai contribuenti che – mentre loro si devono affannare a predisporre velocemente tutti i dati richiesti dal legislatore – l’Agenzia delle Entrate – che utilizza il lavoro predispostogli dalle imprese e dai commercialisti – dovrà rispettare i necessari «tempi tecnici di realizzazione di complessi sistemi di interscambio e aggiornamento dei dati, stimabili nell’ordine di qualche mese».

 

Commercialista Telematico

Venerdì 28 febbraio 2020