L’Agenzia delle entrate sta notificando ai contribuenti gli avvisi bonari relativi a modelli 770 e dichiarazioni IVA 2024: bisogna prestare attenzione ad iniziare le rateazioni entro il 31 dicembre 2025, viste le nuove norme sui reati tributari.
Dallo scorso settembre l’Agenzia delle Entrate ha avviato la procedura di invio delle comunicazioni di irregolarità relative ai modelli 770/2024 e IVA 2024. Tale accelerazione è collegata alla recente modifica degli articoli 10-bis e 10-ter del D.Lgs. 74/2000: oggi il contribuente può evitare la configurazione del reato di omesso versamento IVA o ritenute solo se, entro il 31 dicembre dell’anno successivo alla dichiarazione, ha in corso una rateizzazione dell’avviso bonario. Una scadenza, quindi, che assume anche una valenza penale.
Rateizzazione degli avvisi bonari 2024
Dallo scorso mese di settembre, l’Agenzia delle Entrate sta inviando i cosiddetti “avvisi bonari” (tecnicamente “comunicazioni di irregolarità) relativi al 770/2024 così come quelli relativi alla dichiarazione Iva 2024.
Questa strana tempestività da parte dell’agenzia è perfettamente spiegabile.
Come detto in due contributi dell’anno scorso (vediEstinguibili i reati tributari da omesso versamento riguardanti gli anni pregressi e ancheOmesso versamento IVA e ritenute: un reato meno stringente?, la nuova normativa penale (artt. 10-bis e 10-ter del D. Lgs. n. 74/2000) per quanto riguarda gli omessi versamenti IVA e ritenute è cambiata: il contribuente che in un anno di imposta ha omesso IVA o ritenute per importo superiore rispettivamente a 250.000 euro e a 150.000 euro, può evitare la configurazione del reato se, al 31/12 dell’anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione (Iva o 770), ha in corso una rateizzazione dell’avviso bonario.
La decadenza della rateizzazione porta ad un debito residuo penalmente rilevante
La prima applicazione di tale norma si sta dunque verificando proprio per il 770/24 e Iva24.
Tali rateizzazioni dovranno essere oggetto di attenta osservazione, dovendosi a tutti i costi evitare la decadenza dalla stessa; mentre infatti nei casi “ordinari” (ossia privi di rilevanza penale) la decadenza da rateizzazione si trasforma in una “banale” cartella esattoriale, nei casi in commento invece il reato si configura se il debito residuo alla data di decadenza sarà superiore a 50.000.
Una osservazione pratica vale la pena di farla.
A quanto consta, questi avvisi bonari non sono (eventualmente) rettificabili né tramite civis né allo sportello; gli uffici interpellati a riguardo, rinviano infatti alla possibilità di mandare una mail all’agenzia locale per chiederne la modifica: la modifica potrebbe ovviamente rendersi necessaria nel caso in cui il contribuente, proprio nell’ottica di eliminare la fattispecie di reato, potrebbe aver versato – anche dopo la presentazione della dichiarazione (770 o Iva) – degli importi, proprio per “portarsi avanti col lavoro” e quindi ridurre il debito che poi viene chiesto con il bonario.
In presenza di questi casi, il consiglio è sicuramente di “mettere in salvo” l’aspetto penale, ossia di iniziare a rateizzare versando gli importi indicati nell’avviso, ancorché superiori a quelli effettivi (superiori, ripeto, perché potrebbero esserci nel frattempo stati dei versamenti a titolo di tra “acconti” di queste ritenute prima non versate), e aspettare di vedersi riconosciuti questi versamenti. E’ comunque fondamentale iniziare a pagare la prima rata almeno entro il 31/12/2025.
Rispettare la scadenza del 31/12: una misura di prevenzione
La rapidità con cui l’Agenzia delle Entrate sta inviando gli avvisi bonari non è dunque casuale, ma riflette la volontà di consentire ai contribuenti di regolarizzare tempestivamente le proprie posizioni prima che si concretizzi il rischio penale. È dunque essenziale non sottovalutare la scadenza del 31 dicembre 2025: l’avvio di una rateizzazione entro tale data rappresenta non solo un atto di diligenza fiscale, ma anche una vera e propria misura di prevenzione penale. Meglio, quindi, muoversi in anticipo e “mettere in sicurezza” la posizione, anche in presenza di importi da ricalcolare successivamente.