Sono già in partenza le lettere di compliance relative alla dichiarazione IVA 2024 (periodo d’imposta 2023): cosa deve fare il contribuente che la riceve? Quanto costa il ravvedimento?
Nel provvedimento firmato il 12 giugno 2024 dal direttore dell’Agenzia delle entrate, viene ufficializzata la campagna del Fisco contro le dichiarazioni IVA 2024 (anno d’imposta 2023) omesse o infedeli, che verrà espletata mediante le note “lettere di compliance”.
Le lettere di compliance per la dichiarazione IVA 2024
Quali sono le origini del controllo?
Esso nasce dal riscontro tra la presenza di fatture elettroniche emesse e/o corrispettivi giornalieri trasmessi e quanto indicato nel quadro VE della relativa dichiarazione Iva, compreso il caso, ovviamente, dell’omessa presentazione della dichiarazione.
Tale discrasia ha una soglia di tolleranza, data da € 1.000 (inferiore alle risultanze delle fatture elettroniche emesse/corrispettivi telematici trasmessi).
La leggera arriverà via PEC, ma sarà contenuta anche all’interno del “cassetto fiscale” nonché nel portale “Fatture e Corrispettivi”.
Cosa fare, una volta ricevuta la lettera?
I contribuenti possono regolarizzare la propria posizione nella stessa maniera con cui possono farlo in qualsiasi caso di omissione/infedeltà dichiarativa, ossia:
- nel caso di omessa presentazione della dichiarazione Iva, presentandola entro e non oltre il 29/07/2024 (come noto, sono soltanto 90 i giorni utili per ravvedere l’omessa dichiarazione, e ciò spiega perché le lettere arrivino proprio in questo periodo…), e, sempre entro la stessa data, versando 25 euro (250/10) per l’omissione;
- nel caso di infedele dichiarazione Iva, presentando quella corretta e versando la eventuale Iva dovuta, con i relativi interessi e la sanzione ridotta a 1/9 o 1/8, a seconda che la regolarizzazione avvenga entro il 29/7 o dopo (ma entro il 30/4/2025).
Riguardo la sanzione edittale, si ricorda che in caso di ritardo non superiore a 90 giorni, essa sarà pari a 250 euro (ridotta a 1/9), mentre in caso di ritardo superiore a 90 giorni, essa sarà pari al 90% della maggiore IVA dovuta (o a 250 euro se non è dovuta maggiore imposta).
Non si applica la sanzione per omesso versamento
Come si vede, dunque, la fattispecie non genera alcuna sanzione per omesso versamento, che quindi non va ravveduto: non è vero, quindi, come si legge spesso da più parti (anche nei documenti di prassi), che la sanzione per infedele “assorbe” quella per l’omesso versamento; la prima è l’unica che si applica, semplicemente perché la seconda non si configura affatto.
NdR. A tale fattispecie non si applica ancora la Riforma delle sanzioni Tributarie
C’è un termine per la regolarizzazione?
La risposta è negativa, ma occorre tenere presente che con il ravvedimento si ha diritto ad una riduzione della sanzione che non spetta nel caso in cui si riceva l’accertamento: nel caso in cui infatti l’Agenzia non riceva entro un tempo congruo (non determinato, purtroppo), la regolarizzazione, procederà infatti con l’emissione del suddetto atto.
In sostanza, dunque, non c’è un termine effettivo, ma si consiglia di non far trascorrere mesi prima di regolarizzare.
NdR. L’invio tardivo della dichiarazione IVA nel 2023
Danilo Sciuto
Venerdì 14 Giugno 2024