L’assenza, nel processo penale, di prove idonee a dimostrare con certezza, secondo la regola probatoria dell’“oltre ogni ragionevole dubbio”, l’incasso degli utili extracontabili da parte del socio, non è sufficiente, sul piano fiscale, a superare la presunzione semplice di distribuzione che grava sui soci delle società a ristretta base partecipativa. Tale presunzione richiede una prova contraria autonoma e specifica.
Srl a ristretta base e presunzione di distribuzione di distribuzione di utili extracontabili: svolta della Cassazione
La Corte di Cassazione ha chiarito alcuni rilevanti profili in ordine al rapporto tra processo penale e presunzione (semplice) di distribuzione degli utili extracontabili a soci di società a ristretta base azionaria.
Il caso: accertamento ad SRL a ristretta base societaria
Nel caso di specie, l’Agenzia delle Entrate aveva emesso nei confronti di una Srl un avviso di accertamento, con il quale rideterminava il reddito d’impresa da questa dichiarato.
Successivamente l’Ufficio notificava ad una dei soci della Srl altro avviso di accertamento, relativo allo stesso anno, mediante il quale, in virtù della presunzione di distribuzione degli utili extracontabili conseguiti da società di capitali a ristretta base proprietaria, le imputava, in proporzione alla sua quota di partecipazione del 44%, un più elevato reddito di capitale, recuperandolo a tassazione ai fini dell’IRPEF.
La contribuente proponeva ricorso davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, che lo accoglieva con sentenza poi confermata anche dalla Commissione Tributaria Regionale, la quale respingeva l’appello dell’Amministrazione Finanziaria, osservando che, sulla scorta degli accertamenti compiuti nel processo penale svoltosi a carico della contribuente, conclusosi con la pronuncia di sentenza di assoluzione per insussistenza del fatto emessa dal giudice dell’udienza preliminare, doveva ritenersi superata la presunzione di distribuzione degli utili posta a base della pretesa tributaria.
Contro tale sentenza l’Agenzia delle Entrate proponeva infine ricorso per cassazione, deducendo, per quanto di i