In caso di controllo e verifica fiscale sul reddito di lavoro autonomo quali sono i dati ed i segnali che i verificatori attenzionano? Quali sono i documenti che può predisporre a difesa il contribuente?
L’attività di controllo e verifica nei confronti dei lavoratori autonomi si sostanzia, in generale, su metodologie di controllo di carattere presuntivo, fondate sugli elementi acquisiti, e rielaborati dall’Ufficio, volti generalmente alla ricostruzione dei compensi omessi.
Le verifiche fiscali sui redditi di lavoro autonomo

- esame del contenuto dei documenti elementari, quali fatture, parcelle o note emesse (i verificatori presteranno particolare attenzione alla congruità degli importi fatturati sulla scorta delle tariffe professionali e/o di quelle applicate per prestazioni similari, in quanto significative divergenze potrebbero nascondere casi di sottofatturazione);
- controllo relativo alla registrazione dei documenti emessi ed ai connessi riflessi sulla formazione del reddito di periodo;
- controllo delle operazioni passive, volto principalmente alla verifica del rispetto delle disposizioni in tema di detrazioni IVA e dei connessi riflessi sulla formazione del reddito di periodo, tanto sul piano del rispetto dei principi generali, quali quelli dell’inerenza, della corretta imputazione temporale, della certezza, quanto sotto il profilo dell’osservanza degli specifici limiti di deducibilità previsti dall’art. 54 del TUIR.
Nell’ambito di questa fase, il manuale operativo sui controlli prevede che i verificatori prestino attenzione, fra l’altro:
- nel caso di professionisti facenti parte di associazioni, alla corretta ripartizione, tra i vari associati, dei costi complessivamente sostenuti per il

