Il Fisco è alla caccia degli influencer, soggetti che sono considerati a forte rischio di evasione fiscale. Vediamo quali sono le regole del gioco fiscali e previdenziali per gli influencer e le criticità fiscali delle professioni solamente digitali
Nel multiforme ecosistema digitale che ruota attorno a piattaforme come Instagram, TikTok e Facebook, la nozione di capacità contributiva, sancita dall’articolo 53 della Costituzione, si trova oggi a confrontarsi con forme di reddito immateriale, volatile e transnazionale. La dimensione della ricchezza si è smaterializzata: l’influenza diventa capitale, la visibilità un asset ed il consenso un valore economico immediatamente monetizzabile.
Le verifiche fiscali sugli influencer
L’influencer, protagonista della cosiddetta creator economy, rappresenta una nuova figura giuridico-tributaria che trasforma l’interazione sociale in attività economica, generando redditi suscettibili di tassazione.
Consapevole di queste ricchezze, l’amministrazione finanziaria ha avviato, nel corso del 2025, una campagna di controlli conoscitivi che segna la fine di una lunga stagione di opacità. A tal fine l’Agenzia delle Entrate vuole vederci chiaro e ha iniziato ad inviare i primi questionari relativi al periodo di imposta 2020 e successivi, confermando la volontà di normalizzare questi redditi digital.
Il Fisco rivendica la propria potestà impositiva su un territorio che, fino a ieri, rimaneva in larga parte inesplorato: un universo di compensi dissimulati tra criptovalute, conti esteri in giurisdizioni a fiscalità privilegiata, programmi di affiliazione, NFT e regalie opache, che per troppo tempo hanno prosperato nell’assenza di regole e tracciabilità.
I termini concessi dagli Uffici per trasmettere la documentazione richiesta — quali estratti cont