La riforma fiscale ignora le incongruenze della trasformazione societaria, soprattutto quando interseca modelli impositivi come IRPEF e IRES. Questi cambiamenti possono generare distorsioni fiscali, sia con salti d’imposta sia con doppie tassazioni, creando una complessa gestione degli obblighi tributari. Scopriamo di più sugli effetti e le criticità…
La riforma fiscale omette di considerare le attuali incongruenze della trasformazione societaria nel caso essa mandi ad intersezione i due diversi modelli impositivi fondati sull’IRPEF e sull’IRES con l’aggiunta della ritenuta alla fonte sul dividendo al momento della sua distribuzione.
Trasformazione di società: la fiscalità
Fiscalmente, come noto, la trasformazione di una società di persone in società di capitali e di una società di capitali in società di persone, determina la modifica della tecnica impositiva della trasparenza (art. 5, TUIR), con il regime impositivo dell’IRES e viceversa.
Tale mutamento di sistema di tassazione è alla base dell’obbligo legislativo di frazionare l’unitario esercizio sociale in due diversi e autonomi periodi d’imposta (quello che va dal 1° gennaio alla data di iscrizione nel Registro delle Imprese e quello successivo che diparte dall’ iscrizione sino al 31 dicembre). La trasformazione del modello societario comporta la necessità di evitare che dall’intersezione dei due regimi fiscali (trasparenza ed IRES) non abbiano da derivare salti o duplicazioni d’imposta, entrambi distorsivi delle dinamiche legali dell’obbligazione tributaria.
A tale specifico scopo, l’art. 170 TUIR oltre a prevedere al 2° comma l’applicazione del regime fiscale della trasparenza in raccordo con il periodo d’imposta che si esaurisce con la data di effetto della trasformazione (l’indicata iscrizione nel Registro delle Imprese) e del regime IRES per il successivo periodo d’imposta (l’ulteriore frazione dell’unitario esercizio sociale), disciplina al 3° comma specifiche condizioni di trasparenza contabile dell