Le associazioni sportive dilettantistiche rischiano di perdere la qualifica di enti non commerciali se l’attività commerciale prevale su quella istituzionale, portando alla tassazione di tutti i ricavi come redditi d’impresa. Analizziamo i dettagli di queste nuove interpretazioni giurisprudenziali e le loro conseguenze fiscali.
La prevalenza dell’attività commerciale rispetto a quella istituzionale determina anche per le associazioni sportive dilettantistiche la perdita della qualifica di ente non commerciale. Da ciò conseguirebbe l’attrazione nella categoria dei redditi di impresa, soggetti ad IRES in misura ordinaria, di tutti i ricavi conseguiti dall’ente, senza distinzione entrate istituzionali e proventi commerciali. Sono questi alcuni principi che emergono da recenti orientamenti di Legittimità che superano il testo normativo contenuto al comma 4, dell’art. 149 del TUIR che, al contrario, ritiene ininfluente per le ASD (oltre che per gli enti ecclesiastici) ai fini dell’eventuale disconoscimento delle agevolazioni, il raffronto tra entrate istituzionali e proventi commerciali.
Prevalenza dell’attività commerciale rispetto a quella istituzionale: quadro normativo
Enti non commerciali
Definizione
La nozione di ente non commerciale è fornita dalla lettera c) comma 3, art. 73, D.P.R. 22.12.1986, n. 917, individuando tale tipologia soggettiva negli enti pubblici e privati diversi dalle società, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali.
L’elemento distintivo degli enti non commerciali è costituito dal fatto di non avere tali enti quale oggetto esclusivo o principale lo svolgimento di una attività di natura commerciale, intendendosi per tale l’attività che determina reddito d’impresa.
Nessun rilievo assume, invece, ai fini della qualificazione dell’ente non commerciale la natura (pubblica o privata) del soggetto, la rilevanza sociale delle finalità perseguite, l’assenza del fine di lucro o la destinazione dei risultati.
Perdita della qualifica di ente non commerciale
Ai sensi di quanto disposto dall’art. 149 del TUIR, indipendentemente dalle previsioni statutarie, l’ente perde la qualifica di ente non commerciale, sia ai fini delle imposte dirette che IVA, qualora eserciti prevalentemente attività commerciale per un intero periodo d’imposta.
Ai fini della qualificazione commerciale dell’ente si tiene conto anche dei seguenti parametri:
- prevalenza delle immobilizzazioni relative all’attività commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti attività[1].
- prevalenza dei ricavi derivanti da attività commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attività istituzionali;
- prevalenza dei redditi derivanti da attività commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalità e le quote associative[2].
- prevalenza delle componenti negative inerenti all’attività commerciale rispetto alle restanti spese.
Il mutamento di qualifica opera a partire dal periodo d’imposta in cui vengono meno le condizioni che legittimano le agevolazioni e comporta l’obbligo di comprendere tutti i beni facenti parte del patrimonio dell’ente nell’inventario di cui all’art. 15, D.P.R. 20.09.1973, n. 600.
Le norme sulla perdita della qualifica di ente non commerciale, per esplicita previsione contenuta nel comma 4 dell’art. 149 del T.U.I.R., non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili ed alle associazioni sportive dilettantistiche. In ogni caso, per l’attività commerciale eventualmente svolta da tali enti si applicano le disposizioni in materia di reddito di impresa.
Enti di tipo associativo
Nozione
Gli enti non commerciali di tipo associativo, delineati dall’art. 148, D.P.R. n. 917/86, sono destinatari di uno speciale regime tributario di favore sia ai fini delle imposte sui redditi che ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. In sintesi, l’ambito soggettivo di applicazione è costituito dalle seguenti tipologie di associazioni:
- associazioni politiche;
- associazioni sindacali;
- associazi