I dati ISA 2024 (periodo d’imposta 2023) saranno fondamentali per l’elaborazione delle proposte per il concordato preventivo biennale: ecco alcuni dati da non sbagliare.
È in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale che approva gli indici di affidabilità fiscale (ISA) applicabili per il periodo d’imposta 2023. Anche quest’anno alcuni di essi sono stato sottoposti alla consueta evoluzione biennale e quindi dovrebbero essere in grado di intercettare con maggiore probabilità il grado di affidabilità dei contribuenti. Quest’anno l’utilizzo di questo strumento è ancor più rilevante in quanto i dati ISA costituiscono la base per consentire all’Agenzia delle entrate di formulare la proposta relativa al concordato preventivo biennale disciplinato dal D.Lgs n. 13/2024.
I contribuenti dovranno prestare particolare attenzione nella compilazione del modello.
Dati ISA e concordato preventivo biennale
Infatti, l’esperienza maturata in questi primi anni di applicazione degli ISA ha dimostrato come in molti casi i punteggi insufficienti o comunque non elevati siano dovuti principalmente agli errori dei contribuenti nel fornire all’Agenzia delle entrate i predetti dati.
Quest’anno l’eventuale indicazione di dati non corretti potrebbe determinare un duplice danno a carico dei contribuenti. In primis, il punteggio ISA potrebbe risultare più basso rispetto al caso in cui fossero stati indicati i dati corretti.
La circostanza potrebbe ad esempio impedire l’accesso al regime premiale previsto per i contribuenti che raggiungono un punteggio almeno pari all’8. In secondo luogo la riduzione del voto avrebbe un effetto diretto sulla proposta che formulerà l’Agenzia delle entrate nell’applicazione del concordato preventivo biennale.
Il decreto legislativo n. 13/2024 non ha limitato l’accesso al nuovo istituto di compliance ai contribuenti che raggiungono un punteggio almeno pari all’8, ma verosimilmente un punteggio insufficiente o non elevato determinerà la formulazione di una proposta più elevata che il contribuente potrebbe anche non accettare in considerazione del costo particolarmente ingente.
Per tale ragione, come detto, i contribuenti dovranno prestare particolare attenzione nell’indicare all’interno della dichiarazione dei redditi i dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli ISA, ma anche del concordato preventivo biennale.
Vedi anche: Il nuovo modello CPB – Concordato preventivo biennale
Alcune tipologie di errori comuni nella compilazione degli ISA
In alcuni casi anche errori banali possono determinare l’attribuzione di un punteggio insufficiente.
Uno degli errori più comuni riguarda la mancata indicazione del costo dei beni ammortizzabili. In questo caso, se i dati contabili riportano le quote di ammortamento considerate in deduzione dal reddito a fronte di un valore dei beni ammortizzabili pari a zero, scatta l’applicazione di un indicatore di anomalia che determina una drastica riduzione del punteggio.
È dunque sufficiente correggere il dato non corretto riportando nel relativo modello il valore dei beni ammortizzabili per disinnescare l’applicazione dell’indicatore di anomalia. In questo caso il punteggio risalirà.
Un altro errore frequente riguarda i modelli ISA relativi a prestazioni erogate dagli esercenti arti e professioni.
Se si indica un numero delle prestazioni non corretto e quindi superiore a quelle effettive, il compenso medio subisce una riduzione e quindi a seguito del confronto con i valori dei compensi minimi provinciali il voto finale dell’ISA applicato si riduce sensibilmente. Ciò quando il compenso medio di ogni tipologia di prestazione è inferiore rispetto ai valori minimi.
NdR: Avevamo commentato qui le principali anomalie ISA per liberi professionisti
La compilazione del campo annotazioni ISA
Può però verificarsi che il modello ISA non riesca a cogliere la situazione particolare in cui si trova il singolo contribuente. In tale ipotesi è più che opportuno che il contribuente utilizzi l’apposito campo riservato alle annotazioni per spiegare le ragioni che rendono il singolo ISA non idoneo a “misurare” il suo grado di affidabilità attribuendo allo stesso un voto troppo basso rispetto alla situazione effettiva.
L’indicazione dell’inidoneità dell’ISA nel campo annotazioni rappresenta di fatto un contraddittorio anticipato e può essere utile al fine di evitare inutili analisi di rischio nei confronti del contribuente.
Invece, ai fini dell’applicazione del concordato preventivo non v’è soluzione. Il punteggio insufficiente, anche se giustificato con “apposite annotazioni” all’interno della dichiarazione dei redditi determinerà, molto probabilmente, una proposta eccessivamente onerosa e che il contribuente difficilmente sarà disposto ad accettare.
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