ISA: indicatori di anomalia per i redditi di lavoro autonomo

In vista della redazione del modello Redditi 2023 per l’anno d’imposta 2022, vediamo alcuni possibili indicatori di anomalia ISA che riguardano specificamente i liberi professionisti con possibili soluzioni da adottare.

isa anomalia lavoro autonomoA partire dal mese di aprile, ed in particolare dalla seconda metà del mese, le imprese e i professionisti inizieranno a lavorare sulla predisposizione delle dichiarazioni dei redditi. 

In attesa dell’approvazione parlamentare della delega fiscale e dei relativi decreti di attuazione, per l’anno 2022 troveranno piena applicazione, ancora una volta, gli Indicatori di affidabilità fiscale, più comunemente noti come ISA.

I predetti indicatori si differenziano profondamente dagli studi di settore non solo per la metodologia applicata, ma anche per le modalità di utilizzo.

Non si tratta, infatti, di uno strumento di accertamento, ma di compliance.

Tale circostanza è dimostrata dalla previsione di un “regime premiale” riguardante ogni contribuente, quindi anche i lavoratori autonomi, a condizione che gli ISA raggiungano un punteggio elevato, quindi un voto pari a 8 o più.

Tuttavia, qualora il voto finale sia pari a 6 o insufficiente, gli indicatori potranno essere utilizzati per l’avvio di specifiche analisi di rischio dei contribuenti.

Tali analisi hanno la finalità di “indirizzare” l’attività di controllo e di accertamento anche se il reddito dichiarato non potrà essere rettificato indicando come unica motivazione il raggiungimento di un punteggio insufficiente.

Il punteggio finale ottenuto può essere però fortemente condizionato dall’applicazione automatica di specifici indicatori di anomalia. Tali indicatori scattano al verificarsi di determinate condizioni da cui emerge un’anomalia rispetto ai dati indicati dal contribuente nel modello dichiarativo.

NDR. ISA: punteggio insufficiente e campo annotazioni 

 

ISA: alcuni indicatori di anomalia per i redditi di lavoro autonomo

Sulla base dell’esperienza maturata negli ultimi anni in molti casi gli indicatori trovano applicazione, riducendo sensibilmente il voto finale, quando il contribuente commette degli errori nell’indicazione dei dati nel modello dichiarativo, ed in particolare nel quadro riservato agli ISA.

Pertanto, qualora il voto attribuito dagli ISA sia largamente insufficiente, la prima cosa da fare è la verifica dei dati indicati nel predetto modello.

In alcuni casi, infatti, si tratta di errori banali che possono essere rimossi agevolmente in modo da ottenere correttamente l’incremento del voto finale.

 

Il caso degli ammortamenti

Si consideri ad esempio il caso in cui con riferimento ai dati contabili il contribuente indichi le quote di ammortamento dell’anno senza però riportare il correlativo valore dei beni dei beni strumentali posseduti a titolo di proprietà.

E’ evidente come i due dati siano chiaramente in contrasto tra di loro.

La mancata indicazione del valore dei predetti beni fa scattare l’applicazione di uno specifico indicatore di anomalia. In tale ipotesi il punteggio si riduce considerevolmente.

Tuttavia, per “disinnescare” l’applicazione di tale indicatore è sufficiente correggere la dichiarazione con l’indicazione del valore dei beni strumentali e il punteggio finale degli ISA risulterà sicuramente incrementato.

 

L’inizio attività in anagrafe tributaria

Un altro indicatore di anomalia può scattare quando nel modello ISA venga indicato un anno di inizio attività diverso da quello presente negli archivi dell’anagrafe tributaria.

Anche in tale ipotesi l’anomalia può essere agevolmente rimossa modificando il dato errato.

 

L’incidenza delle spese rispetto ai compensi

Un ulteriore indicatore riguardante gli esercenti arti e professioni è costituito dall’incidenza delle altre spese documentate sui compensi.

Questo indicatore misura la “plausibilità” delle altre spese rispetto ai compensi percepiti e dichiarati. Esso scatta automaticamente qualora le altre spese documentate risultano percentualmente eccessive rispetto ai compensi incassati nell’anno.

Tale “eccesso” potrebbe essere anche dovuto ad errori eventualmente commessi durante la fase di contabilizzazione.

Si dovrà quindi procedere a verificare il piano dei conti utilizzato e la corretta utilizzazione delle voci di costo.

Un altro indicatore di anomalia applicabile ai lavoratori autonomi è costituito dall’incidenza delle spese sui compensi.

In buona sostanza se le spese complessivamente sostenute sono poco plausibili rispetto all’ammontare complessivo dei compensi scatta l’applicazione dell’indicatore di anomalia.

La soglia massima tiene conto dell’impiego o meno del personale dipendente ed è variabile a seconda del modello di appartenenza del contribuente.

NDR. Vedi qui, Anomalie ISA: la plausibilità dei costi rispetto ai compensi professionali 

 

Infine… l’ammontare dei consumi

Gli ISA tengono conto anche dell’ammontare dei consumi. In pratica, l’indicatore di anomalia misura il rapporto tra l’ammontare dei compensi complessivamente conseguiti e l’ammontare dei consumi.

In pratica i consumi non possono superare una determinata soglia percentuale rispetto ai compensi.

I consumi sono quelli di cui al rigo RE14 del Modello Redditi, ossia i consumi di energia elettrica e i costi per la telefonia.

 

A cura di Nicola Forte

Venerdì 7 Aprile 2023