Dottori commercialisti: quanto pesa l’impossibilità di compensare i contributi in F24!

Ad oggi la CNPADC non ha ancora reso possibile il pagamento dei contributi in F24, con la conseguente impossibilità di compensare eventuali crediti con i contributi previdenziali.
Si tratta di una opportunità che si rischia di perdere a danno degli iscritti in questa fase in cui è possibile acquisire i crediti da superbonus e altri bonus a prezzi veramente interessanti.

contributi previdenziali cnpadcPagare l’IVA con un credito fiscale, acquistato scontatissimo, si può; i contributi previdenziali dei dottori commercialisti iscritti CNPADC ancora no.

Ad oggi, nonostante tanti crediti fiscali da bonus edilizi disponibili a buon prezzo sul mercato da utilizzare poi in F24, per gli iscritti CNPADC, nonostante l’approvazione in assemblea già luglio 2022, dopo un anno, a luglio 2023, è ancora ferma ai box la possibilità di pagare e compensare i contributi previdenziali tramite F24, e non si vede la luce.

Tante casse professionali già lo fanno da tempo, mentre la CNPADC è ferma per una sentenza della Corte di Cassazione, che prevede la solidarietà dell’acquirente col beneficiario dello stesso.

NdR: acquisto dei crediti fiscali e possibile responsabilità del cessionario

 

Di certo c’è che altri professionisti possono comprare crediti, anche a “buon mercato”, ed utilizzarli anche con l’obiettivo di aumentare il proprio montante contributivo: i commercialisti iscritti CNPADC,  ad esempio, possono decidere di versare dal 12% al 100% del proprio reddito ogni singola annualità come contribuzione previdenziale.

Ricordiamo che, per chi ha pensioni meramente contributive, il tasso di sostituzione è esiguo e la possibilità di aumentare il montante contributivo è fondamentale per arrivare una pensione congrua.

L’acquisto dei crediti da Superbonus o da altri bonus edilizi poteva (e potrebbe essere) essere un’occasione per agevolare il pagamento dei contributi in percentuale superiore al minimale.

Appare facile calcolare che insieme alla non tassazione del “guadagno” e della deducibilità del contributo versato il rapporto diventa 36 versati per 110 di montante contributivo.

 

Un esempio della possibilità di compensare in F24 i contributi previdenziali

Cercherò di essere più chiaro con un esempio numerico.

Se si potessero utilizzare i crediti in F24, comprando ad euro 80.000 (stimando un’acquisto all’80% del nominale, ormai percentuale generosa sul mercato) un credito di euro 110.000 anno 2022, non pagando tasse sulla differenza, nei 4 anni successivi (oppure 5, se spese 2023)  si potrebbe aumentare il contributo previdenziale versato in percentuale fino a totale capienza del mio credito (circa euro 27.500/22.000).

Tale contributo sarebbe poi  deducibile in dichiarazione, creando un ulteriore risparmio di imposta molto alto, verosimilmente dal 40 al 49% (dipende dall’aliquota di tassazione, considerando anche le addizionali comunali e regionali).

Il conto è presto fatto: 40% su 110.000 sono 44.000 che aggiunto ai 30.000 risparmiati all’acquisto, mi fanno trovare al quinto anno con un montante contributivo aumentato per il conteggio della pensione del totale (euro 110.000) essendomi costato circa euro 36.000. 

Nel conteggio per semplicità non sono stati attualizzati gli importi.

Si possono avere dubbi sulla tassazione della “plusvalenza” ma in ogni caso, oramai, i crediti costano meno dell’80%, e la differenza compenserebbe l’eventuale tassazione.

Ricordiamo che tale possibilità potrebbe inoltre agevolare il Commercialista nel saldare altre posizione debitorie come l’IVA o gli acconti IRPEF.

 

E per i forfettari…

Da evidenziare che per i forfettari (sicuramente meno allettati dall’eventualità, dato che pagano solo il 15% di aliquota) l’unica spesa deducibile è quella contributiva.

 

Compensazioni contributi CNPADC: prospettive

Un’opportunità già persa per il 2022, che sfortunatamente si rischia di perdere anche per il 2023.

 

A cura di Paolo Di Gianni

Mercoledì 12 Luglio 2023