Incontro col primo cliente per la powerBI, andiamo al sodo!

di Francesco Bergamaschi

Pubblicato il 30 giugno 2023

In questo articolo sintetizzeremo la prima parte del primo incontro con un cliente per discutere dei nuovi servizi di Business Intelligence che lo Studio ha iniziato ad erogare, annunciandolo con una newsletter.
Luca si renderà conto, durante questa conversazione, dell’importanza di avere condotto una prima analisi di dati con Power BI internamente e di avere maturato una certa proprietà di linguaggio in ambito IT che lo rende rilassato e credibile nel dialogo con qualunque figura aziendale, tecnici IT inclusi.

primo cliente power biLuca ha creato la Newsletter in cui ha informato i suoi clienti dei nuovi servizi che lo Studio offre, oltre a quelli fiscali. In particolare, la creazione di cruscotti di controllo di gestione creati con Power BI.

Dopo avere lanciato la prima newsletter che includeva questa novità, Luca è stato nervoso per qualche giorno, pensando: “E se non risponde nessuno? Che figura faccio con i soci?”, ma le cose sono andate molto bene dopo pochi giorni.

Dieci clienti hanno risposto. Luca ha selezionato uno di questi dieci per una visita immediata e adesso si sta dirigendo verso gli uffici del cliente. Pensa, infatti, sia molto meglio incontrarsi di persona.

Al suo arrivo, viene accolto con calore e portato in sala riunioni dove incontra l’imprenditore e i suoi manager di linea. Ad una prima occhiata, non vede nessuno del dipartimento IT.

“Avrei dovuto specificare la richiesta di fare partecipare qualcuno”,

pensa,

“altrimenti come faccio a fare una dimostrazione?”.

 

Il meeting col cliente per la BI

Il meeting parte nel modo migliore: Luca illustra la sua esperienza con Power BI, spiega la coerenza tra il fatto che il suo Studio ha accesso ai dati contabili dell’azienda e l’erogazione dei servizi di BI.

Luca mostra qualche dashboard in Power BI Desktop, usa dei filtri, mostra la bellezza dei grafici e illustra qualche calcolo in DAX (senza andare nel dettaglio del linguaggio: mostra soltanto la formula spiegando in termini semplici in Italiano cosa calcola e la fa vedere in azione in qualche oggetto visivo).

Il cliente è molto colpito dalla responsività dello strumento alle selezioni e inizia a fare domande:

  1. come mai avete scelto di andare oltre i servizi fiscali?
  2. da quanto avete esperienza di BI?
  3. farete tutto voi per noi o noi dobbiamo fare qualcosa perché il tutto parta?
  4. possiamo avere questi report disponibili anche su cellulare, aggiornati periodicamente?

Luca spiega senza mentire che lo Studio ritiene strategico differenziare le attività rispetto al solo fiscale e che hanno fatto una prima esperienza di BI interna grazie alla quale ora si sentono pronti ad offrire la stessa esperienza ai clienti, mostrando la semplicità dello strumento.

Inoltre, informa il cliente di disporre di una rete di professionisti di BI che possono, nel caso, aiutare ad andare oltre le competenze dello Studio e con cui sta continuando lo studio di Power BI.

Sulla terza domanda risponde che si potrà decidere come fare: il cliente potrà provvedere in autonomia o chiedere allo Studio di Luca (con un ricarico, ovviamente, in quest’ultimo caso) per le licenze.

Sull’ultima domanda, con nonchalance, risponde:

“Certo, tramite il gateway potrete aggiornare i dati sul cloud allineandoli con quelli sui vostri database.

Questa risposta gli dà molta confidenza: ha studiato, ha provato, ha capito e adesso ne raccoglie i frutti.

Luca coglie l’occasione per chiedere di parlare con qualcuno dell’IT, in modo da potere verificare se ci sono tutte le condizioni per terminare il meeting con una dimostrazione.

Arriva un tecnico IT, piuttosto contrariato per il mancato preavviso.

Luca sorride, gli stringe la mano e si scusa per averlo fatto disturbare senza averlo preavvisato dell’incontro, visto che la sua presenza era da considerare necessaria già in fase di pianificazione.

Lo informa della situazione e gli chiede dove stiano i dati dell’azienda (in quale tipo di database e se sia o meno accessibile per un collegamento da Power BI).

Il tecnico risponde che si tratta di un SQL Server on-premise.

On-premise? Luca cerca di ricordare.

Ma certo, on-premise vuol dire che il database è fisicamente in una macchina (server) che è posizionata negli uffici.

In sostanza, non hanno i dati su un qualche cloud di terze parti, ma in casa propria.

Luca lo sapeva già ma non ricordava questo termine on-premise, che si contrappone al termine in-cloud.

Luca cerca di catturare l’attenzione dell’imprenditore in questo dialogo con il tecnico IT.

Chiede se ci siamo problemi a fornirgli un utente per collegarsi al DB e fare un report al volo con Power BI, giusto per mostrare che in pochi minuti si può iniziare a produrre già qualcosa.

Il tecnico appare combattuto, non è evidentemente abituato a simile richiesta da parte di un commercialista. Guarda l’imprenditore che annuisce.

Allora dice a Luca:

“OK, facciamo una prova. Puoi collegarti a questo server: aziendacliente1.azienda.local”.

Luca apre Power BI Desktop, clicca su SQL Server come origine ed inserisce l’indirizzo fornitogli. A quel punto, ottiene la richiesta delle credenziali.

Luca chiede:

“OK, adesso che utente inserisco?”

L’informatico specifica:

“Non puoi connetterti con le tue credenziali di windows perché non hai un computer - e dunque neanche un utente - sul nostro dominio.

Non voglio crearti un utente di dominio solo per questo servizio e comunque poi dovrei lavorare sui settaggi del tuo PC, meglio evitare. Ti creo un utente di database.”

Luca non si scompone, conosce di cosa si sta parlando, qualche parola a parte.

“Bene, risponde, dimmi pure allora.”

Il tecnico armeggia con il suo computer e poi replica: “utente progettistapowerbi, password powerbi”

 

Attenzione ai possibili errori

Luca inserisce utente e password e prova a collegarsi ma riceve una schermata di errore.

Figura 1

power bi

 

“Ecco, adesso siamo nei guai” – pensa.

Il tecnico, visto l’errore, resta calmo e gli chiede:

“Sei connesso al nostro wi-fi?”

Luca risponde di no, si era collegato, per non disturbare, con il suo hotspot del cellulare alla rete del suo provider.

Il tecnico scuote la testa:

“No, in questo modo non può funzionare, avresti bisogno di una VPN.

Te la creerò per lavorare fuori da qui ai nostri dati, ma quando sei qui non serve – e rallenterebbe tutto tra l’altro.

Per lavorare qui la VPN non serve ma devi connetterti alla nostra rete, eccoti username e password per il wi-fi ed ecco il nome della rete wi-fi da usare”.

Luca registra in un file i vari utenti: quello per il database SQL con tanto di indirizzo del server e quello per il wi-fi, con tanto di nome rete, utente e password.

Luca si connette al wi-fi e riprova. E… Sì! Adesso il collegamento funziona!

Luca è felicissimo ma cerca di contenersi, non vuole apparire un ragazzino felice ma dentro si sente proprio così!

 

 

Il tecnico lo guarda, impassibile.

“Ecco, adesso qui trovi i vari database, con le loro tabelle e viste, a cosa preferisci collegarti per cominciare?”

Poi, cambiando argomento, chiede:

Power BI ha un sistema che permetta di fare refresh sul cloud?

Nel prossimo articolo andremo nel dettaglio del prosieguo del dialogo tra Luca e il funzionario IT!

 

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A cura di Francesco Bergamaschi

Venerdì 30 giugno 2023