Regime forfettario: le risposte alle domande più frequenti (parte prima)

L’innalzamento a 85.000 euro del tetto di ricavi/compensi per aderire al regime c.d. forfettario offre lo spunto per fornire alcune informazioni che devono essere prese in considerazione nel passaggio da regime ordinario a forfettario; ne aggiungiamo altre che sono spesso fonte di dubbi nel passaggio contrario, da forfettario a ordinario.
Il tutto sotto la forma del domanda/risposta.

Il regime forfettario è una opzione? Se sì, come devo comunicarla?

regime forfettario 2023Il regime forfettario è un regime cosiddetto naturale, ossia per fruirne non occorre alcuna comunicazione o opzione; sono i fatti stessi ad evidenziare la scelta di tale regime.

Nei software come quello per la dichiarazione di inizio attività compaiono spesso dei flag a conferma del regime forfettario, ma essi hanno valenza solo interna, per cui la loro omessa compilazione non ha alcuna conseguenza.

Quando si passa dal regime ordinario al regime forfettario, nella dichiarazione iva precedente l’applicazione del regime occorre barrare il rigo VA14, ma la sua omissione è un errore formale.

 

Cosa devo indicare nelle fatture?

Nella fattura di un forfettario sono riportate le annotazioni relative all’esclusione da IVA, assolvendo l’imposta di bollo di euro 2,00 per importi superiori a 77,47 euro.

Se la fattura, nel ricorso delle condizioni di legge, è cartacea, occorre riportare l’annotazione “Operazione in franchigia da IVA ex art. 1 commi 54-89 della L. 23 dicembre 2014 n. 190 e succ. modd.”.

Se invece si sceglie di emettere fatture elettroniche, nel file xml va indicato il codice RF19 nel campo “Regime fiscale” e il codice natura “N2.2” (Operazioni non soggette – altri casi).

 

Se emetto fattura elettronica anche se non sono obbligato, ci sono conseguenze?

L’emissione della fattura elettronica, pur non essendone obbligati, non rappresenta manifestazione di applicare il regime ordinario, nè porta alcuna conseguenza negativa.

Di contro, estendendo l’ottica della questione, rende la gestione fiscale più lineare e scevra dagli inevitabili errori che la fattura cartacea comporta.

Inoltre, l’adozione della fattura elettronica permette di beneficiare della particolare agevolazione della riduzione di un anno dei termini di accertamento, ovviamente relativi al reddito assoggettato a forfait.

In sostanza, l’utilizzo della fatturazione elettronica anche se si hanno i requisiti per non doverla utilizzare è assolutamente consigliato.

 

Che succede se per errore emetto una fattura con Iva?

L’erroneo addebito dell’imposta per il forfetario non rappresenta manifestazione di applicare il regime ordinario; naturalmente, è necessario correggere l’errore mediante nota di credito, preferibilmente entro il trimestre in cui è stata emessa la fattura errata.

 

Che succede se ho detratto iva sugli acquisti e ho fatto liquidazione iva e versamento?

In questa situazione, il regime forfetario non può essere applicato. In tal senso, anche la prassi (risposta interpello n. 378/21).

 

Se nel 2022 ero ordinario e nel 2023 sono forfettario, come gestisco ai fini Iva eventuali incassi 2023 di fatture 2022?

Per le operazioni effettuate nel 2022 non sono necessarie rettifiche Iva qualora il pagamento del corrispettivo avvenga nel 2023: l’imposta concorre alla liquidazione periodica dell’ultimo periodo del 2022, come da regola generale.

 

Se nel 2022 ero nel regime forfettario e nel 2023 sono in quello ordinario, come gestisco ai fini Iva eventuali incassi 2023 di fatture 2022?

In tal caso, la fattura non deve essere integrata con l’IVA, considerato che l’operazione si intende effettuata al momento dell’emissione della fattura stessa.

 

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A cura di Danilo Sciuto

Giovedì 19 gennaio 2023