Che cosa è l’ingegneria fiscale? Forse nessuno ne ha ancora sentito parlare…
Ingegneria fiscale a supporto dell’attività del commercialista: riflessioni e confronto con la più nota ingegneria forense.
Ingegneria forense e fiscale: applicazione dei principi dell’ingegneria all’ambito legale e fiscale
Ancorché relegata ad un ruolo ancora marginale, sia nei percorsi formativi universitari, sia nelle attività degli ordini professionali, sta crescendo rapidamente di importanza, in Italia, grazie soprattutto alle figure del CTU e del CTP, l’Ingegneria Forense, definita, a detta dell’«Associazione italiana di Ingegneria Forense» come quella disciplina che:
«applica i principi e i metodi specifici dell’Ingegneria alla soluzione di problemi tecnici in ambito giudiziario, coniugando la Tecnica con il Diritto, ovvero l’Ingegneria con la Giurisprudenza» (http://www.aifitalia.it/).
Viene spontaneo, a questo punto, il confronto con la materia fiscale dove, al contrario, sono del tutto assenti la figura dell’ingegnere e, di conseguenza, “i principi e i metodi specifici dell’Ingegneria” applicati alla “soluzione di problemi tecnici in ambito fiscale, coniugando la Tecnica con il Diritto Tributario, ovvero l’Ingegneria con la Giurisprudenza Tributaria”.
La data ufficiale di nascita dell’ingegneria forense è il 6 agosto 2008, allorché l’Università degli Studi di Napoli Federico II istituì uno specifico Master Universitario di II livello in Ingegneria Forense.
L’ingegneria fiscale, invece, al momento non ha una data ufficiale di nascita, per cui, ufficialmente, non esiste.
Oppure, se esiste ha, per lo più, una connotazione negativa, perché è vista, nel senso comune e non solo (cfr. Corte Costituzionale n. 10416/2018), come l’insieme delle prassi, delle procedure, delle attività volte alla riduzione del carico fiscale, spesso con metodi elusivi o, per lo meno, discutibili o dubbi, tendenti ad insinuarsi nei meandri più permissivi del fisco.
Il ruolo dell’ingegneria fiscale
Invero l’ingegneria fiscale non si pone al servizio dell’evasione, ma vuole proporsi come la disciplina che interpreta correttamente la realtà tecnico-produttiva descritta dalle scritture contabili.
Realtà che spesso viene travisata, per una sorta di “bias cognitivo” (ossia i preconcetti e i pregiudizi che un tecnico non qualificato può avere in particolari situazioni) ed interpretata in modo aprioristico, senza il supporto di un’analisi oggettiva, dettagliata e minuziosa della realtà.
Si comprende, da quanto esposto, che l’ingegneria fiscale trova un primo spunto applicativo nei controlli fiscali dell’amministrazione finanziaria, con il ruolo supportivo per l’impresa verificata ed il suo commercialista, sia durante la fase di controllo che, successivamente, nella fase di opposizione alle conclusioni del processo verbale di constatazione o dell’avviso di accertamento.
Viene comodo, ancora una volta, tenendo conto delle opportune proporzioni, il parallelo con la figura del consulente tecnico di parte nel procedimento penale, il cui ruolo di ausiliario della difesa tecnica dell’imputato, come sottolinea la Suprema Corte, riveste un “aspetto essenziale del diritto di difesa, nel cui interesse presta la propria opera mediante l’apporto di argomenti, rilievi ed osservazioni tecniche che hanno sostanzialmente natura di attività difensiva” (Cfr. Corte Cost. n. 51060/2015).
Inoltre, gli Ermellini riconoscono, sempre nella medesima Sentenza, che le cognizioni, nozioni ed esperienze tecniche di cui è portatore il consulente di parte sono di fondamentale importanza nel processo penale e sono un aspetto essenziale dell’esercizio del diritto di difesa, pur con la dovuta “distinzione di ruolo e di compiti che vanno riconosciuti al consulente, che è nominato proprio in funzione dell’essere dotato di quelle specifiche competenze di cui gli altri soggetti processuali (giudice e difensore) sono carenti”.
Ma come si esplica l’attività dell’ingegneria fiscale? O, meglio, dove può supportare più efficacemente il lavoro del commercialista o del tributarista?
Sicuramente un campo di azione importante è, come già accennato, la verifica fiscale, dove le competenze tecniche dell’ingegnere sono di supporto sia nella fase di controllo, “traducendo” le implicazioni economiche di un fenomeno industriale in linguaggio contabile e, dunque, comprensibile ai funzionari dell’Amministrazione Finanziaria, sia nella fase di opposizione alle conclusioni del Processo Verbale di Constatazione.
Relativamente al primo aspetto, coerentemente con i principi generali di
- trasparenza,
- correttezza,
- collaborazione
- e buona fede
cui deve essere improntato il rapporto tra Amministrazione Finanziaria e contribuente, sanciti dallo Statuto del Contribuente, generalmente durante un’ispezione fiscale si instaura un rapporto dialettico tra i soggetti coinvolti, con l’obiettivo di evitare arbitrii e violazioni dei diritti fondamentali del contribuente.
Pertanto, è importante, in questa fase, riuscire a cogliere le istanze dei verificatori e rispondere con un approccio coerente con le scritture contabili, pur rimanendo scrupolosamente fedele alla realtà tecnico-produttiva che si vuole descrivere.
Relativamente al secondo aspetto, ossia alla confutazione delle conclusioni del verbale, la collaborazione si concretizza nella stesura di una perizia asseverata in grado di controbattere, punto per punto, le conclusioni errate e gli errori valutativi ed interpretativi del verbale.
Non dobbiamo dimenticare, inoltre, anche la natura “preventiva” dell’ingegneria fiscale, il cui obiettivo è quello di prevenire l’accadimento di eventi non conformi alle disposizioni fiscali e, dunque, potenzialmente contenziosi, aiutando l’impresa ed il commercialista che la segue ad implementare quelle azioni tecniche, procedurali, a volte semplici accortezze per ridurre drasticamente la probabilità di accadimento di tali eventi.
Un esempio emblematico è la contabilità di magazzino che, a seconda dell’attività dell’impresa lungo la catena del valore (progettazione, produzione, vendita e post-vendita, piuttosto che un’azienda “limitata” alla sola attività commerciale) ha difficoltà di realizzazione a complessità crescente ed è, sovente, la “cartina tornasole” dell’efficacia aziendale nell’implementare dei processi di business.
Quali sono le competenze che l’ingegnere fiscale deve possedere nella sua attività di supporto?
A parte quelle tecniche, specificatamente legate alla professione, dalle quali ovviamente non si può prescindere, è indispensabile avere una buona conoscenza di contabilità generale, al fine di districarsi “agilmente” sia tra le scritture contabili obbligatorie che tra le varie componenti del bilancio.
Inoltre, deve essere in grado di leggere ed interpretare i documenti prodotti durante la verifica fiscale, in primis il processo giornaliero di verifica e processo verbale di constatazione.
Tutto questo per cogliere gli errori valutativi ed interpretativi contenuti nei documenti dell’Amministrazione Finanziaria e costruire un contraddittorio preciso, analitico, avvalorato dall’evidenza oggettiva sfuggita ai verificatori.
Ultimo ma non ultimo, è importante che il consulente tecnico, non diversamente dal commercialista o dal tributarista, sia in possesso di doti espositive in grado, nel corso della verifica (se chiamato durante la visita), oppure nel corso della stesura della perizia (se chiamato ex-post), di rendere credibili ed agevolmente comprensibili, alla controparte, i dati tecnici da cui prende le mosse, ed il ragionamento logico-scientifico che da tali dati conduce alle conclusioni “corrette”.
A cura di Luca Marini
Venerdì 23 ottobre 2020