E’ configurabile il reato di dichiarazione fraudolenta mediante “altri artifizi” laddove sia stata presentata una infedele asseverazione, senz’altro qualificabile come mezzo fraudolento idoneo a ostacolare l’accertamento e a indurre in errore l’Amministrazione finanziaria.
La Cassazione sul reato di dichiarazione fraudolenta in caso di infedele asseverazione
La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 26089 del 16.09.2020, ha chiarito la sussistenza del reato di dichiarazione fraudolenta in caso di infedele asseverazione.
Nel caso di specie, il Tribunale del Riesame aveva confermato il decreto emesso dal G.I.P., con il quale, nell’ambito di un articolato procedimento penale a carico di una pluralità di indagati, era stato disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di beni immobili, beni mobili registrati e disponibilità finanziarie, fino alla concorrenza della somma di quasi un milione di euro, somma ritenuta corrispondente al profitto dei reati di cui agli art. 3 e 10 quater comma 2, del Dlgs. n. 74 del 2000, contestati tra gli altri anche al consulente fiscale e commercialista di una serie di società riconducibili ad altri coindagati.
(Per approfondire…“Il reato di dichiarazione fraudolenta in presenza di operazioni soggettivamente inesistenti” di Gianfranco Antico)
La falsa rappresentazione delle scritture contabili e uso di mezzi fraudolenti nella valutazione del reato
Avverso l’ordinanza del Tribunale, quest’ultimo proponeva quindi ricorso per cassazione, censurando la sussistenza del reato previsto dall’art. 3 del Dlgs. n. 74 del 2000, ed osserva