Il protratto mancato pagamento di imposte e contributi da parte di un amministratore può configurare bancarotta fraudolenta. Non si tratta solo di evasione fiscale, ma di una condotta dolosa che aumenta prevedibilmente il debito e può portare al fallimento della società.
Omessi versamenti e fallimento: la Cassazione riconosce la bancarotta fraudolenta
In tema di bancarotta fraudolenta, anche il protratto e sistematico omesso versamento di imposte e contributi previdenziali da parte dell’amministratore costituisce comportamento rilevante come scelta imprenditoriale dolosa, capace di comportare il fallimento della società e dunque la sussistenza del reato.
Dal sistematico inadempimento delle obbligazioni fiscali e previdenziali, frutto di una consapevole scelta gestionale, consegue il prevedibile aumento della esposizione debitoria della società nei confronti dell’erario, con ogni conseguenza ipotizzabile in termini di dissesto dell’impresa a seguito delle iniziative del creditore pubblico tese alla riscossione di quanto non versato.
Il caso: omessi versamenti fiscali e contributivi che portano alla bancarotta fraudolenta
La Corte di Cassazione, Sez. Penale, ha chiarito alcuni rilevanti profili in tema di bancarotta fraudolenta, chiarendo come anche gli omessi versamenti possano sostanziare i presupposti per l’individuazione della fattispecie di reato.
Nel caso di specie, la Corte di appello di Milano aveva sostanzialmente confermato la pronuncia del giudice dell’udienza preliminare del Tribunale, con la