ISA: il Fisco terrà conto di tutte le mie prove di elaborazione? – Risposte al volo

E’ vero che ogni singola prova di elaborazione viene inviata e memorizzata? Quindi l’Agenzia delle Entrate potrà chiedere conto di tutte le mie prove? Se cambio cinque/sei volte il valore delle rimanenze o di qualche altro dato l’Agenzia se ne accorge?

ISA indici sintetici di affidabilità fiscale Commercialista TelematicoLa domanda

Prima di inviare gli studi di settore all’Agenzia delle Entrate ero abituata a taroccare i dati degli stessi allo scopo di rendere i ricavi dichiarati congrui (possibilmente) rispetto al risultato dell’elaborazione degli studi.

Inutile nasconderlo, era una prassi molto diffusa: scagli la prima pietra chi non l’ha mai fatto.

Ora? Come funziona con gli ISA, gli Indicatori Sintetici di Affidabilità?

E’ vero che ogni singola prova di elaborazione viene inviata e memorizzata? Quindi l’Agenzia delle Entrate potrà chiedere conto di tutte le mie prove?

Se cambio cinque/sei volte il valore delle rimanenze o di qualche altro dato l’Agenzia se ne accorge?

 

La risposta

A differenza degli studi di settore la cui logica era quella di un controllo a posteriori della congruità dei (soli) ricavi di un solo anno, l’approccio degli ISA è decisamente diverso: l’impostazione di base è assolutamente dinamica ed orientata alla trasparenza verso il contribuente.

L’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti:

  • le informazioni già a conoscenza dell’Amministrazione Finanziaria in merito alla specifica situazione personale;
  • le informazioni relative al suo specifico settore di appartenenza ed alla sua specifica area di mercato;
  • i dati di tutti i principali settori dell’economia con particolare attenzione ai diversi modelli di business e fattori competitivi di successo, prevedendo anche le possibili evoluzioni del settore;
  • la sintesi dei dati delle aziende del settore, ripartite per codice ATECO, per territorio e per addetti;
  • i dati di analisi della singola specifica azienda con la valutazione delle performance;
  • il confronto tra i dati della singola azienda (o professionista) e il suo gruppo di riferimento;
  • il valore dell’indice sintetico di affidabilità del complessivo settore con il suo andamento nel tempo (dal 2008 ad oggi), con tanto di grafici , valori medi e suddivisione del comparto per classi di affidabilità;
  • il report del singolo contribuente con il suo indice di affidabilità nel corso negli anni;
  • la stima dei ricavi, del valore aggiunto per addetto e del reddito.

 

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Più compliance fiscale ma non solo

Tutto questo darà una interessante valutazione della singola azienda, che va ben oltre il dato fiscale, e consentirà all’imprenditore (e nel suo settore al professionista) anche di analizzare le sue performance con quelle geo-settoriali che gli interessano.

Il supporto non si limita pertanto agli aspetti fiscali ma si evolve in quelli di carattere più gestionale con l’obiettivo secondario di aiutare anche a migliorare l’efficienza economica, oltre che ovviamente il grado di “partecipazione” fiscale.

Cambierà (?) completamente l’approccio dell’Agenzia nel rapporto con il contribuente: una più leale collaborazione fiscale è richiesta da tutti, compresa la Corte di giustizia dell’Unione Europea. Si tenterà di migliorare le relazioni fisco-contribuenti attraverso la tax compliance, il dialogo e la trasparenza.

Si passerà da una repressione ex post attuata (in parte anche) attraverso gli studi di settore alla prevenzione ex ante, anche attraverso gli ormai noti benefici premiali derivanti dalla valutazione ISA.

 

In conclusione

Per rispondere alla gentile abbonata a CommercialistaTelematico.com che ha inviato la domanda, non crediamo che i singoli funzionari dell’agenzia andranno a guardare i singoli file utilizzati dal contribuente prima di arrivare all’invio finale dei dati (quasi sicuramente nemmeno gli verranno messi a disposizione).

 

Redazione

Giovedì 20 Giugno 2019