Non sono poche le imprese commerciali e di produzione di beni che, nel bilancio alla data del 31 dicembre, dovranno procedere alla svalutazione delle rimanenze di merci in magazzino.
In tale ottica si pone la problematica riferita alla valutazione del margine di obsolescenza delle merci acquistate da diversi anni e rimaste invendute per le più svariate ragioni.
L’applicazione di diversi metodi civilistici e contabili di deprezzamento adottati dal redattore del bilancio determinano ricadute differenti in ambito tributario.
Riferimenti civilistici sulle rimanenze di magazzino
Come noto, il principio contabile OIC 13 disciplina i criteri per:
- la rilevazione,
- classificazione
- e valutazione
delle rimanenze di magazzino, nonché le informazioni da presentare nella nota integrativa.
Le rimanenze sono valutate in bilancio al minore tra il costo di acquisto o produzione e il valore di realizzazione desumibile dal mercato (articolo 2426, numero 9, codice civile).
La valutazione delle rimanenze si effettua autonomamente per ciascuna categoria di elementi che compongono la voce nel rispetto del dettato del primo comma dell’articolo 2423-bis codice civile, che al numero 5 dispone che “gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente”.
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Necessità di svalutare le giacenze di magazzino
Nel corso dell’attività gestionale possono verificarsi situazioni che determinano nel tempo la necessità di provvedere alla svalutazione delle giacenze di magazzino per diverse ragioni (es. obsolescenza dei beni nel tempo, variazione in diminuzione dei prezzi di vendita, vicinanza alla scadenza di utilizzo dei beni, mutamento della domanda della clientela, influenza negativa della moda, ecc.).
In questi casi è quindi necessaria, causa del deprezzamento delle merci in magazzino rispetto al valore contabile (come anche delle materie prime, dei prodotti finiti e semilavorati), un attento apprezzamento del loro valore di realizzazione desunto dall’andamento del mercato.
Tale valore è pari alla stima del prezzo di vendita delle merci e dei prodotti finiti nel corso della normale gestione, avuto riguardo alle informazioni desumibili dal mercato, al netto dei presunti costi di completamento e dei costi diretti di vendita (quali, ad esempio, provvigioni, trasporto, imballaggio).
Ai fini della determinazione del valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato, occorrerà tenere conto, tra l’altro, del tasso di obsolescenza e dei tempi di rigiro del magazzino.
In presenza di ordini di vendita confermati con prezzo prefissato si utilizza tale prezzo per la determinazione del valore di realizza