Con estremo ritardo, il Ministero ha rimodulato le rateazioni delle imposte in scadenza al 20 agosto (Modelli Redditi ed Irap). Date le tempistiche stringenti, quali sono le complicazioni pratiche da affrontare per aziende e professionisti?
Con un comunicato stampa (che valore ha??) il Mef ha formalizzato la rimodulazione delle scadenze delle rateazioni delle imposte dei Modelli Redditi ed Irap. Nella serata del 14/8 al comunicato stampa si è aggiunta la pubblicazione del decreto.
Ecco il testo dell’articolo unico: “Per l’anno 2018, i soggetti titolari di partita IVA tenuti ai versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi e da quella in materia di imposta regionale sulle attività produttive, che optano per il pagamento rateale, ai sensi dell’art. 20 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241 e dell’art. 17, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 2001, n. 435, possono effettuare i versamenti, previa maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo, in rate mensili di pari importo secondo le seguenti scadenze: 20 agosto 2018; 17 settembre 2018; 16 ottobre 2018; 16 novembre 2018”.
Come è noto, la rateazione iniziale prevedeva il pagamento di una doppia rata con scadenza 20 agosto: quella originariamente dovuta al 30 luglio e quella dovuta per il 16 agosto. Dato che il 30 luglio 2018 è caduto di sabato entrambe le date sono slittate al 20 agosto. Il DPCM corregge – tardivamente – un errore iniziale del Fisco che aveva previsto (nelle istruzioni al modello Redditi) la doppia rata con scadenza 20 agosto. Segnaliamo anche che (sempre nelle istruzioni al modello Redditi) appare errata la quantificazioni degli interessi dovuti sugli importi rateizzati: gli interessi sembrano calcolati su una scadenza teorica al 16 agosto e non su quella effettiva al 20. Sulle anticpazioni di stampa si parlava anche di correzione degli interessi
Implicazioni pratiche della norma
La norma è chiara: chi ha optato per pagare le imposte derivanti dal modello Redditi a partire dal 20 agosto può optare per il versamento delle imposte in 4 rate e non in 5 rate con una doppia rata in scadenza al 20 agosto. Per i contribuenti che hanno deciso di optare per la rateazione lunga vi è un esborso finanziario immediato più contenuto in quanto si riduce l’importo in scadenza lunedì 20/8; in compenso si aggrava il costo degli interessi dovuti sulle rate successive.
Appare opportuna una piccola valutazione di convenienza prima di procedere
Il problema della tempistica
Il grosso problema del provvedimento è che è stato emanato nel tardo pomeriggio del 14 agosto, quindi in un periodo considerato festivo: tantissime aziende e studi professionali hanno già chiuso per ferie, pertanto per la maggior parte sarà impossibile andare a modificare il lavoro già svolto. E’ lecito immaginare che la maggior parte dei modelli F24 siano anche stati già telematicamente inviati al fisco con scadenza/valuta lunedì 20 agosto.
Il secondo grande problema del provvedimento è che non sembra tener conto che il lavoro di gestione di calcolo e di lavorazione delle dichiarazioni dei redditi è diventato un lavoro telematico e non manuale: è il software a impostare i modelli F24 ed i file da inviare telematicamente, in base alle risultanze della dichiarazione. Dato che oggi è Ferragosto è quasi impossibile pensare che i programmatori delle software-house possano riuscire ad aggiornare i programmi entro lunedì 20. Il rischio è di dover procedere ai ricalcoli in modo manuale e con estrema fretta.
Dato che le rate dovute diventano 4 invece di 5, non è neanche ipotizzabile il pagamento della sola prima rata per poi rivedere le altre in vista della scadenza di metà settembre. Il rischio di agire in fretta o di imputare manualmente gli importi nei modelli F24 è quello di errore, soggetto a ravvedimento.
Lo stress della categoria dei commercialisti
Sulle nostre pagine social e sul nostro forum tanti commercialisti si sono lamentati del provvedimento e dell’ingorgo delle scadenze di agosto.
Oggettivamente, il Governo è riuscito a sanare il problema della doppia rata con forte ritardo, o meglio, troppo tardi. Come noto la settimana di Ferragosto in Italia è settimana di vacanza per definizione, tant’è che le scadenze del mese vengono prorogate al 20 in via automatica. Emanare un decreto del genere vuol dire elevare al massimo il livello di stress degli studi che si occupano di assistenza fiscale. Molti dei nostri lettori hanno già iniziato le (meritate) ferie e non sono materialmente in grado di assistere i clienti (i quali peraltro probabilmente sono anch’essi in ferie).
Non è problema di statuto del contribuente, ma di mero buon senso. Non si può pensare di variare le scadenze fiscali in mezzo alla settimana di Ferragosto con due soli giorni lavorativi intermedi, dato che si era a conoscenza del problema da mesi.
Sicuramente il Governo ha inteso sanare un problema per tutti i contribuenti che si sono trovati in difficoltà a fronte della doppia rata da versare il 20 agosto, sicuramente ha agito con le migliori intenzioni, peccato che la soluzione è arrivata nel periodo peggiore dell’anno e per i fiscalisti rischia di trasformarsi un problema.
E’ facile immaginare le situazioni di crisi fra cliente e professionisti in questi pochi giorni: il ricalcolo è dovuto? Il ricalcolo è gratuito? Cosa succederà in caso di errori?
15 agosto 2018
Luca Bianchi
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Sullo stesso argomento vedi anche: Rimodulazione delle scadenze: è solo una facoltà (a cura Dott. Nicola Forte)
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