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Continuare in semplificata, adottando il nuovo regime per cassa, oppure passare in ordinaria per mantenere il regime di competenza?
La scelta non è più procrastinabile.
Se intendiamo passare all’ordinaria dall'1 gennaio 2017, i tempi sono infatti maturi… anzi, in verità è già tardi…
Perché è già tardi?
Perché in base alla disciplina in vigore dal 1997, le opzioni si esercitano ponendo in essere il comportamento concludente e poi, solo a posteriori, si comunicano all’Agenzia delle Entrate, con mero effetto dichiarativo e non costitutivo.
Trasferendo il principio al caso concreto, ciò significa che chi intendeva passare alla contabilità ordinaria a far data dall’1 gennaio 2017, avrebbe dovuto, entro 60 giorni, iniziare ad annotare cronologicamente nel libro giornale tutti i fatti aziendali avvenuti dall’inizio dell’anno.
Ossia, al massimo in data 2 marzo, il contribuente avrebbe dovuto iniziare a registrare le operazioni effettuate dal 1 gennaio.
E’ vero, infatti, che per la predisposizione della situazione all’1/1 c’è tempo fino al 30 settembre, secondo la regola del DPR 126/2003, ma è altrettanto vero che nel frattempo, bisogna procedere alla registrazione delle operazioni medio tempore effettuate, nei termini di cui all’art 22 del D.P.R. 600/73: “Le registrazioni nelle scritture cronologiche e nelle scritture ausiliarie di magazzino devono essere eseguite non oltre sessanta giorni”.
In caso di verifica, quindi, si potrà sostenere di aver optato per la contabilità ordinaria se e solo se il contribuente (dopo il 2 marzo 2017) sarà in grado di esibire il libro giornale aggiornato ad almeno 60 giorni prima.
In difetto, non avendo adottato il comportamento concludente, non potrà ritenersi effettuata l’opzione ed il contribuente continuerà a trovarsi (sussistendone i presupposti del primo comma dell’art 18 DPR 600/73) nel regime naturale di contabilità semplificata.
Per evitare rischi di questo tipo, qualora di intenda optare per tale regime contabile è assolutamente opportuno accelerare i tempi di scelta, istituendo ed aggiornando il libro giornale.
Filippo Mangiapane