Proposte: secondo acconto rateizzabile e via le ritenute d'acconto

Sono state avanzate due interessanti proposte, da valutare:
– la facoltà di poter rateizzare il secondo acconto delle imposte, quello che generalmente scade il 30/11 di ciascun anno, e
– l’abolizione delle ritenute d’acconto per professionisti (e intermediari del commercio?).
Il tutto anche per contrastare l’idea dell’Agenzia delle Entrate di obbligare alla predisposizione di 12 liquidazioni mensili delle imposte dirette, da versare in base al reddito di ogni singolo mese.

Sistema tributario: proposte di modifica al secondo acconto delle imposte e alle ritenute

CommercialistaTelematicoIn questi ultimi giorni alcuni esponenti politici, in particolare un commercialista ed un economista, hanno ipotizzato un paio di interessanti modifiche all’attuale sistema tributario.

Non citiamo per ora i nomi dei parlamentari e dei gruppi politici a cui appartengono in quanto riteniamo che i commenti – positivi o negativi che siano – dovrebbero essere “tecnici” e non essere influenzati da considerazioni politiche.

Le due idee nascono da confronti avuti in sede di audizioni in Commissione Finanze; non si tratta assolutamente una riforma ma di semplici interventi mirati, proposte nate per evitare un cambiamento radicale, con complicazioni, come i bilanci mensili (!), paventato da una proposta dell’Agenzia delle Entrate, e per permettere di superare la situazione di molti professionisti a credito fiscale fisiologico, che si trovano bloccati i propri soldi (il credito) senza poterli compensare per intero (sopra i 5.000 euro) fino a dopo (10 giorni) che sia presentata la dichiarazione annuale dei redditi, e contemporaneamente per dare liquidità al sistema, rateizzando in avanti il secondo acconto.

La gran parte di professionisti che hanno spese di gestione quali quelle per il personale dipendente, collaboratori, spese di ufficio, locazioni, ecc., si trovano costretti a chiudere la propria dichiarazione dei redditi a credito, con anche difficoltà nell’utilizzo di tali crediti.

Il problema non si pone generalmente solo in presenza di redditi piuttosto elevati, situazioni nelle quali spesso le ritenute subite in corso d’anno non coprono completamente l’importo dovuto a conguaglio.

NdR: Aggiornamento 24 febbraio 2021: la proposta di cui si parla è stata formulata dal Presidente della Commissione Finanze della Camera, On. Luigi Marattin, e dal vicepresidente On. Alberto Gusmeroli e l’Ordine del Giorno è stato ufficialmente approvato dalla Camera per cui potrà iniziare concretamente l’iter che potrebbe portare all’approvazione della proposta.  Aggiorneremo i lettori di CommercialistaTelematico man mano che arriveranno novità.

 

Cosa propone Agenzia delle Entrate

Agenzia delle Entrate, nella persona del responsabile nazionale ha proposto tempo fa una riforma che comporti il passaggio ad un sistema di cassa e di calcolare le imposte dirette, dovute dal contribuente, con dodici diverse liquidazioni mensili; si tratterebbe in sostanza di calcolare per dodici volte in un anno il reddito mensile e procedere al calcolo e versamento delle imposte. Un sistema terribile!

Per ovviare a questa ipotesi si propone di modificare l’attuale sistema con interventi molto meno burocratici.

La proposta avanzata

“L’ipotesi è di adottare – per le persone fisiche titolari di partita IVA, le imprese individuali, le società di persone e le società di capitali, soggetti a parametri e agli ISA (ex studi di settore) e ai soggetti in regime forfettario – un sistema semplificato di liquidazione delle imposte, che – pur mantenendo il criterio attuale nella determinazione della base imponibile – abbandoni il sistema del saldo e dell’acconto previsionale oggi concentrato in due soli momenti: giugno/luglio e novembre.

L’ipotesi proposta è quella di un sistema strutturato con i medesimi attuali calcoli però con rateizzazione su base mensile, ovvero in 12 rate corrispondenti ciascuna ad un dodicesimo delle imposte pagate l’anno precedente.

Eventuali differenze d’imposta di un anno rispetto all’anno precedente verrebbero poi compensate nella rateizzazione dell’anno successivo.

Questa nuova modalità di liquidazione sarebbe accompagnata dall’abolizione della ritenuta d’acconto e avrebbe il vantaggio di offrire alle aziende una programmazione finanziaria certa e più chiara.

Le scadenze si potrebbero ipotizzare nel modo seguente facendo riferimento ad esempio agli anni 2020/2021:

  • 1/6 del saldo dell’anno precedente (2020) e dell’acconto dell’anno nuovo (2021) ogni mese, a decorrere dalla fine del mese di luglio (oppure a decorrere dal 16 del mese) sino alla fine di dicembre (oppure sino al 16 del mese); 

  • 1/6 del secondo acconto dell’anno nuovo (2021), ogni mese, da gennaio a giugno del 2022.”

Commenti alle proposte

  1. Innanzi tutto occorre partire dalla premessa che attualmente il primo acconto dell’anno in corso (insieme al saldo dell’anno precedente) può essere facoltativamente versato fino a sei rate, già ora è così, da tanti anni. Il secondo acconto, quello che generalmente scade al 30/11 di ogni anno, non può essere rateizzato e deve quindi versarlo con una unica rata.
    Ciò pone spesso in difficoltà i contribuenti che sono costretti a sborsare in unica soluzione cifre spesso elevate.
    Quali sono state fino ad ora le soluzioni a questa difficoltà? 
    Sostanzialmente due: in caso di difficoltà finanziaria si ricorre a versamenti posticipati rispetto alla scadenza usufruendo del ravvedimento operoso, pagando la sanzione, seppur ridotta, per il tardivo versamento (oltre agli interessi); tanti si suddividono l’importo dovuto e procedono con sei ravvedimenti operosi; oppure altri contribuenti chiedono un prestito di sei mesi alla propria banca in modo tale da pagare con tempestività le imposte dovute e poi affrontare le rate del prestito con la banca.
    Se venisse accolta la proposta avanzata, i calcoli degli acconti matematici o previsionali delle imposte rimarrebbero gli stessi, uguale anche la determinazione della base imponibile; la rateizzazione del secondo acconto sarebbe facoltativa, quindi se il contribuente preferirà sarà sempre libero di versare con F24 quanto dovuto con unica rata anticipata.
    Il problema della copertura finanziaria della nuova ipotizzata normativa sarebbe contenuto in quanto si tratterebbe di coprire solo (e solo per il primo anno di attuazione) la quota interessi, che hanno attualmente percentuali molto contenute e che in questo periodo non ci sono vincoli europei per scostamenti.
     
  2. L’altra sostanziosa novità ipotizzata riguarda l’abolizione della ritenuta d’acconto; i professionisti non si troverebbero più a credito attendendo sino alla presentazione della dichiarazione annuale per la compensazione; in merito a questa proposta occorre evidenziare che tanti professionisti si sono oramai assuefatti nel subire la ritenuta d’acconto e tanti la gradiscono proprio,  perché in questo modo pagano le imposte gradatamente, spesso (ogni incasso) ma con importi proporzionalmente contenuti ed evitano così grossi versamenti alle scadenze previste per acconti e saldo. Se venisse accettata la proposta i professionisti incasserebbe i compensi lordi e quindi aumenterebbe la liquidità a disposizione e in tantissimi casi non si chiuderebbe la dichiarazione annuale a credito. Il versamento delle imposte dovute avverrebbe con le stesse attuali modalità, senza alcuna differenza, con in più la possibilità di pagare il secondo acconto in sei rate mensili… sostanzialmente ci sarebbero due acconti (oltre al conguaglio finale) che si potrebbero versare, se si vuole, con dodici rate mensili (oppure un numero inferiore di rate).
     
  3. Questa ipotesi di abolizione delle ritenute si accompagnerebbe all’abolizione del modello 770 per la parte delle ritenute d’acconto, abolizione di tutte le certificazioni conseguenti, non più sanzioni per ritardato versamento delle ritenute… tantissima burocrazia in meno!
     
  4. il secondo acconto nel nuovo anno permetterebbe di ottimizzare i calcoli grazie all’utilizzo del metodo previsionale, perché si avrebbero a disposizione i dati di un bilancio pressoché chiuso;
     
  5. i primi sei mesi e la rateizzazione del secondo acconto darebbero liquidità al sistema di imprese, Pmi e professionisti.

Per ora si tratta, come già più sopra indicato, di semplici proposte, utili anche per aprire un dibattito ed confrontare i vari commenti, proposte, critiche, allo scopo poi di giungere al miglior risultato possibile, evitando ulteriori adempimenti burocratici e nella speranza che non si arrivi a dover fare dodici volte i calcoli del reddito e delle imposte da versare…

Noi siamo d’accordissimo con le proposte in quanto, senza stravolgere nulla di particolare, consentono di lasciare più liquidità nelle tasche dei professionisti e consentono di tagliare notevolmente la burocrazia. Un piccolo passo avanti.

Ti piacciono queste due ipotesi? Oppure, viceversa, non sei d’accordo?
Manda una mail a info@commercialistatelematico.com per farci conoscere il tuo parere…

 

Ti suggeriamo anche la lettura di: Lavoro autonomo e tassazione dei compensi mensili – Diario Quotidiano del 7 maggio 2021

 

Redazione

Martedì 23 febbraio 2021 

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