Con la sentenza n. 2466 del 31 gennaio 2017 la Corte di Cassazione ha puntualizzato che la presenza di lavoratori in nero non fa scattare automaticamente l’accertamento induttivo, essendo necessario valutare ulteriori elementi.
Il fatto
L'Agenzia delle entrate, in esito ad una ispezione congiunta della Direzione Provinciale del Lavoro e dell'INPS presso i locali di una SRL, dalla quale emergeva la presenza di lavoratori irregolari per il periodo dal 2004 al 2007, emetteva avviso di accertamento induttivo, ex artt. 39, comma 2, lett. d, e 40 del d.P.R. n. 600 del 1973, ai fini delle imposte dirette, ed ex art. 55 del d.P.R. n. 633 del 1972, ai fini IVA, per l'anno d'imposta 2004.
La Commissione provinciale tributaria, in parziale accoglimento del ricorso del contribuente, riduceva l'ammontare del reddito determinato dall'Ufficio finanziario nella misura del 50%, decisione che veniva confermata dalla Commissione tributaria regionale.
Ha proposto ricorso per cassazione il contribuente, contestando, fra l’altro, che la possibilità di avviare la procedura di accertamento induttivo è consentita in caso di omissioni ed inesatt