Le problematiche contabili delle operazioni in valuta estera: guida operativa

di Enrico Larocca

Pubblicato il 12 febbraio 2016

In generale, il tema della contabilizzazione delle operazioni in valuta e in particolare dei costi finanziari in valuta pone una serie di problemi di calcolo e di registrazione (spesso collegati all’esigenza di conversione valutaria per le partite di credito e di debito espresse in valuta diversa dall’Euro) di una certa rilevanza. In questo articolo ci occuperemo analizzare le regole contabili internazionali (IAS/IRFS 21 e SIC 11) nazionali (OIC 17 e 26) e civilistiche (art. 2423 – 2427 del cod. civ.).

Le operazioni in valuta - Premessa 

Le operazioni in valuta: definizione

Per operazioni in valuta si intende, normalmente, l’insieme degli atti economici, in cui la valuta di accertamento del credito o del debito relativo ad una fornitura di beni e servizi ovvero ad una operazione di finanziamento, nonché il regolamento finanziario delle predette operazioni, è espresso in una valuta diversa dall’Euro.

Si tratta, dunque, di partite finanziarie di credito / debito, la cui accensione o la cui estinzione, viene effettuata in valuta diversa dalla moneta di conto (vale a dire l’Euro).

Cosicchè, quando si userà l’espressione operazioni in valuta, si intenderà lo svolgimento di operazioni in cui i costi e i ricavi, i crediti e i debiti saranno espressi in valuta diversa dall’Euro.

Più in particolare, le operazioni che generano proventi ed oneri finanziari in valuta possono derivare da varie fonti:

  • conti correnti in valuta
  • finanziamenti in valuta
  • regolarizzazioni commerciali in valuta
  • conferimenti in valuta

 

Vediamo quali sono gli effetti economici, finanziari e patrimoniali delle operazioni finanziarie in valuta estera1.

 

Le operazioni in valuta - Aspetti iniziali

I costi e i ricavi finanziari derivanti da operazioni in valuta possono derivare da movimenti monetari o non monetari in valuta e dall’utilizzo di strumenti finanziari di copertura.

In ogni caso, la contabilizzazione delle operazioni in valuta sarà eseguita nelle scritture contabili, mediante conversione in Euro.

Il quadro regolamentare delle questioni relative alle posizioni in valuta è contenuta in:

  1. Codice civile (artt. 2423 – 2427 bis)
  2. Principi contabili internazionali (in particolare IAS 21 e SIC 11);
  3. Principi contabili nazionali (OIC 17 e 26)

 

⇒ Il Codice civile esplicitamente prescrive che le società di capitali ed assimilate debbono redigere il Bilancio d'esercizio in unità di Euro, mentre la Nota Integrativa può essere redatta in migliaia di Euro. Le altre imprese possono redigere il bilancio in unità di Euro o in centesimi di Euro.

L’art. 2425-bis stabilisce che i ricavi, i proventi, i costi e gli oneri relativi ad operazioni in valuta devono essere determinati al cambio corrente alla data alla quale l’operazione si considera compiuta.

Le attività e le passività in valuta, ad eccezione delle immobilizzazioni, devono essere iscritte al tasso “a pronti” alla  data  di chiusura  dell’esercizio  ed i relativi utili e perdite su cambi devono imputati al conto economico e l’eventuale utile netto che si è generato con tali valori economici deve essere accantonato ad apposita riserva non distribuibile fino al loro realizzo (incasso o pagamento).

 

 

Principi di iscrizione delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie

Gli assets immobilizzati devono essere rilevati in bilancio con uno dei seguenti tassi di cambio rilevati in fase di acquisto:

  1. al tasso di cambio rilevato al momento del loro acquisto, se le riduzioni di valore riscontate al termine dell’esercizio non sono durevoli;
  2. al minor tasso tra quello rilevato al momento dell’acquisto e quello rilevato al termine dell’esercizio se fossero accertate perdite durevoli di valore.

 

⇒ Le perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni in valuta determinano l'utilizzo del tasso di cambio di fine esercizio se minore rispetto al tasso di cambio rilevato al momento dell'acquisizione del'immobilizzazione.

 

I principi di contabilizzazione dei costi finanziari in valuta

Generalmente, la normativa sulla contabilizzazione dei costi finanziari in valuta si fonda sui seguenti principi:

  • le operazioni in valuta devono essere registrate al cambio vigente alla data di effettuazione dell’operazione;
  • le differenze di cambio devono essere rilevate nel Conto Economico come reddito di natura finanziaria. In particolare la prassi contabile internazionale richiede che tali differenze siano classificate nella gestione operativa o nella gestione finanziaria, a seconda della natura dell’operazione.

 

I differenti tassi di cambio utilizzati nelle registrazioni

Le operazioni in valuta pongono in fase di registrazione in contabilità, un problema di conversione in moneta di conto. La conversione è attuata utilizzando differenti tassi di cambio, a seconda del tipo di operazione che deve essere contabilizzata, per cui si avrà:

  • un tasso di cambio per il momento dell’accertamento del credito o del debito in valuta (detto anche cambio storico o contabile)
  • un tasso di cambio di fine esercizio
  • un tasso di cambio per la regolazione finanziaria del credito o del debito in valuta (detto anche cambio finanziario)

 

La conversione ai diversi tassi di cambio, potrà generare:

  1. utili o perdite su cambi che vengono rilevati nel momento della transazione finanziaria quale differenza con i valori contabili;
  2. differenze positive e negative di cambio che vengono rilevate al termine dell’esercizio in presenza di variazioni tra il cambio storico e il cambio di fine esercizio.

 

 

CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ FINANZIARIE NELLA CONTABILITA’ E NEL BILANCIO

La classificazione delle attività finanziarie in valuta

Le attività finanziarie in valuta sono classificate in due grandi classi:

immobilizzazioni ed attività finanziarie

 

IMMOBILIZZAZIONI

e

ATTIVITA’ FINANZIARIE

  • Le immobilizzazioni finanziarie sono costituite da: partecipazioni, crediti, altri titoli e azioni proprie;
  • mentre le attività finanziarie correnti sono costituite da: elementi dell’attivo patrimoniale che per la loro elasticità (vale a dire per la pronta liquidabilità delle stesse) non possono essere classificate tra le immobilizzazioni finanziarie.

 

In altri termini, la distinzione tra le immobilizzazioni finanziarie e le attività finanziarie correnti è basata sulla durata del ciclo di investimento: medio lungo per le prime, breve per le seconde.

Le differenze prodotte in relazione alla operazioni di compravendita producono nel Conto Economico proventi ed oneri finanziari; mentre le differenze prodotte da processi di rivalutazione / svalutazione delle attività finanziarie vengono allocate nel Conto Economico nell’area delle rettifiche di valore.

Va sottolineato che con l’aggiornamento del principio contabile n. 17, la valutazione degli elementi patrimoniali di questo gruppo avverrà, come è noto:

  • al costo di acquisto;
  • al metodo del patrimonio netto in relazione alle partecipazioni che presentano i requisiti di cui all’art. 2359 del cod. civ.

 

LA CONTABILIZZAZIONE DELL’OPERAZIONE AL MOMENTO DELL’ACCERTAMENTO DEL CREDITO O DEL DEBITO IN VALUTA

La contabilizzazione iniziale

La contabilizzazione iniziale deve avvenire in base al tasso di cambio vigente nel momento in cui viene accertato il credito o il debito in valuta.

E’ possibile, secondo la prassi contabile internazionale utilizzare, in alternativa al tasso specifico del giorno in cui è avvenuta la transazione, il tasso medio di periodo, a condizione che le variazioni giornaliere non siano significative.

I tassi di cambio utilizzati possono essere:

 

Il cambio doganale che viene fissato mensilmente e pubblicato nella G.U.

C.E. il penultimo giorno feriale del mese di riferimento. Si chiama doganale perché è utilizzato per convertire tutti i valori riportati nel Documento Amministrativo Unico (alias bolletta doganale in sigla DAU) riguardante le importazioni e le esportazioni.

Il cambio valutario che viene determinato giornalmente dalla BCE con quotazione Euro/Valuta Estera e recepito con apposito provvedimento dell’Agenzia delle Entrate. Esso viene utilizzato per la  trasformazione  in Euro dei documenti contabili espressi in valuta sia nella fase dell’accertamento che nella fase dell’assestamento contabile di fine esercizio.

Il cambio finanziario che viene determinato giornalmente sulla scorta dell’andamento dei Mercati finanziari regolamentati a breve termine e pubblicato sui principali quotidiani economico-finanziari. Sulla scorta di detto tasso di cambio sono gestite le operazione del mercato monetario in valuta e sulla scorta di questo tasso avviene il controllo delle operazioni di accredito e di addebito dei movimenti in valuta da parte delle banche.

 

IL PROBLEMA DELLE PASSAGGIO VALUTATIVO DELLE PARTECIPAZIONI DAL COSTO DI ACQUISTO AL METODO DEL PATRIMONIO NETTO

La gestione del cambio di criterio valutativo

Nel caso in cui si dovesse procedere ad un cambio di criterio valutativo delle partecipazioni di controllo o di collegamento dal costo di acquisizione al metodo del patrimonio netto, occorre rispettare le regole fissate dall’art. 2426  del  cod. civ...

Infatti, se il valore di acquisto fosse superiore al valore attribuibile secondo il metodo del patrimonio netto, si potrà utilizzare quest’ultimo valore a condizione che:

  1. siano indicate le ragioni di tale iscrizione in Nota Integrativa;
  2. la differenza, se attribuibile ad avviamento o a beni ammortizzabili venga ammortizzata.

 

ESEMPIO

Si ipotizzi che siano state acquisite Partecipazioni in Beta S.p.A. per 60.000 Euro e che la valutazione con il metodo del patrimonio netto sia di 40.000 Euro e che pertanto la differenza tra il valore di acquisto della partecipazione e la corrispondente quota di patrimonio netto possa attribuirsi ad avviamento.

 

A partita doppia si avrà la seguente scrittura:

 

SOTTOCONTI

DARE

AVERE

Immobilizzazioni finanziarie

40.000,00

 

Avviamento

20.000,00

 

Banca X c/c

 

60.000,00

 

Nell’ipotesi che il valore di acquisto sia inferiore alla corrispondente quota di patrimonio netto, la differenza dovrà essere appostata contabilmente con “Riserva non distribuibile”.

 

ESEMPIO

Si ipotizzi che siano state acquisite Partecipazioni in Eta S.p.A. per 40.000 Euro e che la valutazione con il metodo del patrimonio netto sia di 60.000 Euro. La differenza tra il valore di acquisto della partecipazione e la corrispondente quota di patrimonio netto va attribuita ad una riserva non distribuibile.

 

SOTTOCONTI

DARE

AVERE

Immobilizzazioni finanziarie

60.000,00

 

Riserva non distribuibile

 

20.000,00

Banca X c/c

 

40.000,00

 

 

Se negli esercizi successivi si dovesse manifestare una differenza in sede di valutazione della partecipazione, la stessa va contabilizzata:

  • ad incremento della “Riserva non distribuibile” in caso di maggior valore;
  • a decremento della “Riserva non distribuibile” in caso di minor valore.

Solo nel caso in cui, la svalutazione azzerasse il valore della “Riserva non distribuibile” e la stessa non fosse sufficiente per coprire la svalutazione intervenuta, l’ulteriore differenza andrebbe imputata al Conto Economico, mediante l’uso del conto “Svalutazione partecipazioni”.

 

LA CONTABILIZZAZIONE DELL’OPERAZIONE IN VALUTA ALL’ATTO DELLA REGOLAZIONE FINANZIARIA

La regolazione finanziaria

La regolazione finanziaria La fase della regolazione finanziaria si concretizza nel momento in cui il credito o il debito in valuta viene estinto parzialmente o totalmente. La variabilità dei tassi di cambio tra la moneta di conto (Euro) e la valuta estera (USD, GBP, ecc.) genera differenze che devono essere registrate in contabilità, unitamente alle commissioni d’incasso richieste dagli Istituti di credito coinvolti nell’operazione.

La differenza di valore registrata tra il cambio finanziario e il cambio contabile deve essere contabilizzata come:

  • utile su cambi, se si genera una differenza positiva di cambio;
  • perdita su cambi se si genera una differenza negativa di cambio

 

differenza tra cambio finanziario e cambio contabile

 

Come è facile vedere nella matrice sopra esposta, l’incasso di un credito o il pagamento di un debito, rispettivamente, maggiore o minore, rispetto al credito o debito accertato in base al cambio storico, genera un utile su cambi; mentre nell’ipotesi opposta si genera una perdita su cambi.

 

Le scritture contabili relative alla rilevazione di utili o perdite su cambi

ESEMPIO

Si ipotizzi che siano state fornite merci ad un cliente statunitense per $ 100.000 al tasso di cambio contabile di 1,05 e che all’atto della regolazione finanziaria del credito il tasso di cambio EUR/USD sia di 1,06. La commissione bancaria di regolamento è del 0,2 % del credito nominale.

Vediamo le scritture contabili conseguenti.

 

 Descrizione

Tasso di cambio EUR/USD

 Credito in $

Credito convertito in €

Credito a cambio contabile

1,05

100.000

95.238,09

Credito a cambio di regolazione finanziaria

1,06

100.000

94.339,62

Utile su cambi / (Perdita su cambi)

 

 

- 898,47

 

 

La differenza emergente tra le due posizioni in valuta, valutate a cambio storico e a cambio di regolazione finanziaria, fa rilevare una perdita su cambi.

 

All’atto dell’esportazione, al cambio contabile, si rileverà:

 

SOTTOCONTI

DARE

AVERE

Crediti verso clienti esteri

95.238,09

 

Vendite extra-UE di merci

 

95.238,09

Per rilevazione di fornitura ad operatore statunitense di merci di $ 100.000 al tasso di cambio EUR/USD 1,05.

 

All’incasso del credito in USD 100.000, applicando il tasso di cambio finanziario, si rileverà:

 

 

SOTTOCONTI

DARE

AVERE

Banca X c/c

94.149,14

 

Perdite su cambi

898,47

 

Commissioni bancarie

190,48

 

Crediti verso clienti esteri

 

95.238,09

Per rilevazione di incasso fornitura ad operatore statunitense di merci di $ 100.000 al tasso di cambio EUR/USD 1,06, al netto di commissione d’incasso dello 0,20% sul nominale.

 

 

ESEMPIO

Si ipotizzi che siano state fornite merci ad un cliente statunitense per $ 100.000 al tasso di cambio contabile di 1,05 e che all’atto della regolazione finanziaria del credito il tasso di cambio EUR/USD sia di 1,03. La commissione bancaria di regolamento è del 0,2 % del credito nominale.

Vediamo le scritture contabili conseguenti.

 

Descrizione

Tasso di cambio EUR/USD

Credito in $

Credito convertito in €

Credito a cambio contabile

1,05

100.000

95.238,09

Credito a cambio di

regolazione finanziaria

1,03

100.000

97.087,38

Utile su cambi / (Perdita su

cambi)

 

 

1.849,29

 

 

In questo secondo caso ci troviamo in una ipotesi di utile su cambi che viene registrata come segue:

 

 

SOTTOCONTI

DARE

AVERE

Banca X c/c

96.896,91

 

Utile su cambi

 

1.849,29

Commissioni bancarie

190,47

 

Crediti verso clienti esteri

 

95.238,09

Per rilevazione di incasso fornitura ad operatore statunitense di merci di $ 100.000 al tasso di cambio EUR/USD 1,06, al netto di commissione d’incasso dello 0,20% sul nominale.

 

ESEMPIO

Si ipotizzi che siano state fornite merci da un fornitore inglese per GBP 100.000 al tasso di cambio contabile EUR/GBP di 0,75 e che all’atto della regolazione finanziaria del credito il tasso di cambio EUR/GBP sia di 0,72.

La commissione bancaria di regolamento è del 0,2 % del debito nominale. Vediamo le scritture contabili conseguenti.

In questo caso, l’operazione di acquisto dall’operatore inglese, pur essendo intracomunitaria, non avendo la Gran Bretagna aderito all’Euro, richiede una conversione della fornitura espressa in sterline inglesi in Euro.

L’operazione darà luogo alle seguenti scritture a P.D.:

 

Descrizione

Tasso di cambio EUR/GBP

Debito in GBP

Debito convertito in €

Debito a cambio contabile

0,75

100.000

133.333,33

Debito a cambio di regolazione finanziaria

0,72

100.000

138.888,88

Utile su cambi / (Perdita su cambi)

 

 

 

-5.555,55

 

Trattandosi di partita di debito, la stessa deve essere assunta con segno negativo (segno avere), ai fini del computo dell’utile o della perdita su cambi.

La riduzione del tasso di cambio ha determinato un aumento del controvalore in euro del debito di fornitura che fa emergere una perdita su cambi.

 

A partita doppia, si avrà:

 

SOTTOCONTI

DARE

AVERE

Debiti verso fornitori esteri

133.333,33

 

Perdita su cambi

5.555,55

 

Commissioni bancarie

266,66

 

Banca X c/c

 

139.155,54

Per rilevazione del pagamento della fornitura britannica di merci di GBP 100.000 al tasso di cambio EUR/GBP 0,72, maggiorata di commissione dello 0,20% sul nominale.

 

 

LA CONTABILIZZAZIONE DEI CREDITI E DEBITI IN VALUTA AL TERMINE DELL’ESERCIZIO

I crediti in valuta a fine esercizio

La contabilizzazione dei crediti in valuta al termine dell’esercizio deve avvenire al cambio valutario in vigore al 31/12 dell’esercizio in chiusura (art. 2426, co. 1, punto 8-bis, del cod.civ.).

La rideterminazione delle posizioni finanziarie in valuta in base al cambio di chiusura dell’esercizio, può comportare una variazione positiva o negativa rispetto alle stesse posizioni calcolate a cambi “storici”, Le differenze di cambio che si dovessero rilevare dovranno essere contabilizzate.

Va anche detto che la determinazione della posizione netta in cambi verrà calcolata avendo riguardo alla complessiva posizione finanziaria in valuta (e non considerando singolarmente le differenze positive e negative dovute all’applicazione di un diverso tasso di cambio, con la conseguenza che dove si dovesse verificare una prevalenza di differenze positive sulle differenze negative, l’eccedenza andrà (come si è già detto nei precedenti paragrafi) accantonata in apposita riserva non distribuibile, fino al completo realizzo di tutte le partite di credito e di debito che hanno concorso, attraverso le loro differenze, a formarla.

E’ evidente che il monitoraggio della posizione netta in cambi richiederà l’adozione di apposito sezionale nel quale le operazioni in valuta saranno registrate.

 

Il trattamento fiscale delle differenze negative in cambi

 

Tipo di differenza in cambi

 

Trattamento civilistico

 

Trattamento fiscale

Utile effettivo su cambi

Imputazione a Conto economico

Rilevante nell’esercizio di conseguimento

Utile presunto su cambi

Imputazione a Conto economico

Ripresa in diminuzione in sede di UNICO

Perdite effettive su cambi

Imputate    a     Conto Economico

Deducibili nell’esercizio di sostenimento

Perdite presunte su cambi

Rilevazione a Conto Economico

Ripresa in aumento in sede di UNICO

 

L’imputazione contabile di differenze negative (presunte) su cambi non determinerà alcun componente fiscale negativo di reddito, poiché la differenza non ha i requisiti di certezza e definitività che la normativa fiscale richiede per ammettere la deduzione (si   veda   art.   101   del   T.U.I.R.).

Parallelamente, anche le differenze positive saranno tassate nell’esercizio di competenza e non nell’esercizio di contabilizzazione. L’imputazione a Conto economico di elementi reddituali fiscale irrilevanti, sarà oggetto di variazione in aumento o in diminuzione in sede di dichiarazione dei redditi.

 

ESEMPIO

Si ipotizzi in data 01/09/n una vendita di merci ad un cliente inglese per GBP 150.000 a tasso di cambio storico di EUR/GBP di 0,7945 e che al 31/12/n dello stesso anno il tasso di cambio EUR/GBP sia di 0,7650. Si ipotizzi, inoltre che il cambio di regolazione finanziaria al 10/02/n+1 EUR/GBP sia di 0,7420.

Vediamo quali scritture in P.D. vanno effettuate.

 

Descrizione

Tasso di cambio EUR/GBP

Credito in GBP

Credito convertito in €

Credito a cambio contabile al 01/09/n

0,7945

150.000

188.797,99

Credito a cambio di fine esercizio 31/12/n

0,7650

150.000

196.078,43

Utile presunto su cambi / (Perdita presunta su cambi)

 

 

7.280,44

 

 

Al termine dell’esercizio il valore dei crediti  in  sterline  inglesi è, presuntivamente, aumentato. Per cui si rileva un utile presunto su cambi, che essendo provento non ancora realizzato, viene accantonato a riserva legale così come deliberato dall’assemblea dei soci.

Il 10/02/n+1 all’atto dell’incasso del credito le differenze di cambio rispetto al valore ricalcolato dei crediti al 31/12/n, si qualificano come proventi ovvero oneri della gestione finanziaria.

 

Descrizione

Tasso di cambio EUR/GBP

Credito in GBP

Credito convertito in €

Credito di fine esercizio

0,7650

150.000

196.078,43

Credito a cambio di regolazione finanziaria al 10/02/n+1

0,7420

150.000

202.156,33

Utile su cambi / (Perdita su cambi)

 

 

6.077,90

 

A partita doppia, si avrà:

 

SOTTOCONTI

DARE

AVERE

Crediti verso clienti esteri

188.797,99

 

ricavi di vendita estero

 

188.797,99

Per rilevazione della fornitura a cliente britannico di merci

 

 

Al 31/12/n si rileverà la differenza positiva presunta di cambio, che sarà portata in un fondo di adeguamento cambi:

 

SOTTOCONTI

DARE

AVERE

Crediti verso clienti esteri

7.280,44

 

Utile presunto su cambi

 

7.280,44

Per rilevazione dell’utile presunto su cambi

 

All’atto del realizzo del credito, si comporrà la scrittura con la quale si rileverà l’utile definitivo su cambi:

 

SOTTOCONTI

DARE

AVERE

Banca X c/c

201.156,33

 

Crediti verso clienti esteri

 

196.078,43

Commissioni bancarie

1.000,00

 

Utile su cambi

 

6.077,90

Per rilevazione dell’incasso del credito in valuta

 

06/02/2016

Enrico Larocca

 

Continua ad approfondire: Operazioni in valuta estera nel sistema contabile tributario (2021)

 

NOTE

1 Per un approfondimento si veda Renzo Pravisano in Guida alla Contabilità e al Bilancio, ed. Il Sole 24 ore, n. 5 /2015 pag. 12-18

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