Dopo la riforma dello sport, società e associazioni dilettantistiche devono adattarsi alle nuove norme fiscali. La cessione di contratti sportivi dilettantici presenta ambiguità nella tassazione, con esenzioni IVA fino al 30 giugno 2024. Dal 1° luglio 2024, cambiano le regole.
Dopo l’entrata in vigore della riforma dello sport (D.Lgs n. 36/2021), avvenuta il 1° luglio scorso, società ed associazioni sportive dilettantistiche dovranno tenere conto anche delle novità in materia fiscale.
Il relativo decreto di attuazione contiene al suo interno una specifica disposizione, l’art. 36, la cui rubrica è “Trattamento tributario”.
La disposizione, però, non è particolarmente chiara ed è in grado di generare numerose incertezze. È dunque necessario approfondire l’ambito di applicazione della stessa.
La cessione dei contratti sportivi dilettanti
Fino all’approvazione della predetta riforma gli atleti dilettanti non potevano essere titolari di contratti, ma esclusivamente di accordi economici non cedibili.
Sotto il profilo tributario le somme percepite in virtù dei predetti accordi economici costituivano redditi diversi ai sensi dell’art. 67, comma 1, lett. m) del TUIR.