La confisca rappresenta uno degli strumenti più incisivi nella lotta ai reati tributari, poiché consente allo Stato di recuperare somme sottratte all’erario. La sua applicazione, però, non è priva di complessità: forme diverse, intrecci con il sequestro preventivo e rapporti con procedure concorsuali pongono questioni giuridiche ancora controverse e di grande interesse interpretativo.
Confisca nei reati tributari: natura, applicazioni e questioni aperte
Ove si compia una osservazione circa la tipologia degli strumenti utilizzati da parte del legislatore ai fine della repressione del fenomeno criminale non potrà che giungersi ad una constatazione dell’importanza dello strumento della confisca.
Si tratta di uno strumento già presente nella intelaiatura originaria del Codice Penale che all’art. 240 prevedeva la confisca dei beni comunque collegati alla realizzazione del reato.
Nel corso del tempo e sulla base di provvedimenti legislativi diversi sono stati inserite nell’ordinamento due diverse tipologia di confisca si tratta della cosiddetta confisca allargata oggi prevista dall’art. 240 bis c.p. e di quella in prevenzione prevista dall’art. 24 del D.Lgs. 6 Settembre 2011 n. 159.
In che cosa consiste la confisca?
Si tratta in estrema sintesi di un provvedimento emesso da parte del giudice che in presenza di precise condizioni che priva il suo destinatario di determinati beni.
La confisca per reati tributari
Poniamo la nostra attenzione al settore dei cosiddetti reati tributari. Si tratta di veri e propri illeciti penali, che presentano la caratteristica di sanzionare condotte che determinano la perdita per l’erario di somme, che in molti casi possono assumere anche dimensioni piuttosto consistent