Nella SAS i redditi sono tassati per trasparenza, anche se il socio accomandante non ha percepito utili né partecipato alla gestione. La Corte Costituzionale conferma l’imputazione fiscale, chiarendo i confini tra partecipazione societaria e obblighi tributari.
Tassazione per trasparenza di utili non percepiti da parte di chi non si è mai ingerito di amminsitrazione
Ancora una volta la suprema Corte Costituzionale è tornata sui suoi passi e ha ricalcato in questa ordinanza le orme tracciate dalla sentenza n. 201/2020, in tema di legittimità costituzionale dell’imputazione “per trasparenza” dei redditi delle società di persone ai soci, indipendentemente dalla percezione. Ciò che conta per le due figure di soci sopra citate è il fatto che agli stessi sono stati imputati i redditi della società in accomandita semplice. Non conta la circostanza della percezione o meno degli stessi, perché questo è un aspetto ininfluente.
Assenza di contraddittorio in capo al socio accomandante anche se non ingerito negli affari della società, ma solo destinatario del bilancio annuale nelle sue componenti patrimoniale e reddituale. Sarebbe utile la notifica ad personam dell’avviso di accertamento, piuttosto di un solo avviso cumulativo, valido per la società e soci.
Ordinanza della Corte Costituzionale n. 50/2025: la tassazione degli utili non percepiti
La Corte Costituzionale, con ordinanza pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 23 aprile 2025, ha chiarito che i redditi della società in accomandita semplice, imputati ai soci accomandanti, sono soggetti a tassazione, anche se non effettivamente percepiti.
La questione sollevata dal giudice a quo
Con ordinanza del 2 novembre 2023 (iscritta al n. 53 del registro ordinanze 2024), la Corte di giustizia tributaria di primo grado di Udine ha sollevato, in riferimento agli artt. 3, 53 e 24 della Costituzione, questioni di legittimità costituzionale dell’ar