Quale valore probatorio ha la documentazione extracontabile in un accertamento su una cessione di azienda?
Le annotazioni personali dell’imprenditore reperite in fase di verifica fiscale possono assumere un peso significativo, anche se non obbligatorie per legge.
Scopriamo come questi documenti possono influenzare la determinazione del valore della cessione e le implicazioni per l’impresa, in caso di discrepanze con il contratto ufficiale.
Il valore probatorio della documentazione extracontabile: impatto sugli accertamenti fiscali
In tema di accertamento dell’IVA, la documentazione extracontabile legittimamente reperita presso la sede dell’impresa, ancorché consistente in annotazioni personali dell’imprenditore, costituisce elemento probatorio, sia pure meramente presuntivo, utilmente valutabile, indipendentemente dal contestuale riscontro di irregolarità nella tenuta della contabilità e nell’adempimento degli obblighi di legge.
Qualora, a seguito di ispezione, venga rinvenuta presso la sede dell’impresa documentazione non obbligatoria astrattamente idonea ad evidenziare l’esistenza di operazioni non contabilizzate, tale documentazione, pur in assenza di irregolarità contabili, non può essere ritenuta dal giudice priva di rilevanza probatoria.
Il caso: accertamento su contratto di cessione di azienda
La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza 16/01/2025, n. 1113, ha chiarito il valore probatorio della documentazione extracontabile nell’ambito del processo tributario, anche indipendentemente dalla riscontrata o meno irregolarità delle scritture contabili.