Continuiamo ad analizzare il problema della decommercializzazione dei proventi di sponsorizzazione per le associazioni sportive dilettantistiche (ASD). Le ASD rimangono enti non commerciali e le sponsorizzazioni sarebbero da considerare supporto finanziario, non attività commerciale autonoma. La legge 398/1991, che prevede un regime fiscale agevolato per le ASD, potrebbe essere una falsa agevolazione se abbinata ai principi del TUIR.
Preliminarmente si deve sottolineare come un’associazione sportiva dilettantistica rimanga esclusivamente raccordata alla categoria fiscale degli enti non commerciali, con esclusione di ogni sindacato in ordine alla sua commutazione in ente commerciale.
A tale proposito si deve dipartire dal comma 4 dell’art. 73 TUIR a mente del quale:
“L’oggetto esclusivo o principale dell’ente residente (ai fini della sua catalogazione nel novero degli enti commerciali o non commerciali) è determinato in base alla legge, all’atto costitutivo o allo statuto, se esistenti in forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata o registrata.
Per oggetto principale si intende l’attività essenziale per realizzare direttamente gli scopi primari indicati dalla legge, dall’atto costitutivo o dallo statuto”.
Per gli enti residenti, quindi, l’investitura legale di “non commerciali” deriva esclusivamente dagli intenti statutari come indicati nella fonte formale che il legislatore individua nel documento costitutivo.
Come messo in evidenza in dottrina (M. Interdonato, “Alcune osservazioni sul decreto di riforma del regime tributario degli enti non commerciali: attività principale, attività prevalente e finalità antielusive” in Riv. di dir. trib. n°3/1998), gli artt. 73 e 149 TUIR (legislativamente preposto quest’ultimo all’individuazione degli indicatori sintomatici del passaggio dell’ente da non commerciale a commerciale) operano su piani disciplinari diversi: le prescrizioni dell’art. 73 si raccordano con la qualificazione formale dell’ente dall’esterno dell’insieme delle norme dedicate agli enti non commerciali, mentre i criteri quantitativi di cui all’art. 149 operano dall’interno di tale sistema.
La scelta del legislatore è stata ritenuta coerente. È solo la fonte formale a fungere da spartiacque divisorio degli enti.
L’aggettivo “principale” ricongiunto all’oggetto dell’ente, evoca il fondamento qualitativo degli scopi per i quali esso si è costituito e solo il successivo riscontro degli indicatori individuati nell’art 149 TUIR come sintomatici di una prevalenza dell’attività commerciale su quella statutaria, è alla base della commutazione dell’ente in commerciale, con un regime fiscale ricalcante quello delle società di capitali.
Le regole particolari che regolano le ASD
Tuttavia, per preciso volere legislativo tale cambio di natura dell’ente non è mai possibile per le associazioni sportive dilettantistiche, proprio a mente dell’ultimo comma dell’art 149 TUIR che interdice il sindacato sulla prevalenza con riguardo alle associazioni in questione