Una riflessione sul redditometro: è stato davvero utile in passato?

La proposta del ritorno del redditometro come strumento di accertamento ha fatto molto discutere, nel frattempo è stato sospeso nuovamente. Vediamo se in passato questo strumento è stato efficace come metodo di contrasto all’evasione: i numeri indicano un impatto estremamente limitato.

La premier Giorgia Meloni ha fatto un passo indietro sul redditometro. Ma questo strumento che dovrebbe stanare gli evasori fiscali, è realmente utile? Quale impatto ha avuto nel passato il suo utilizzo?

A fornire una risposta a questa domanda ci ha pensato il Centro Studi Unimpresa, che ha analizzato 13 anni di controlli effettuati dall’amministrazione finanziaria sui rapporti bancari degli italiani: nell’arco di questo periodo ne sono stati complessivamente 100mila – stiamo parlando di una media di 6.500 controlli all’anno – ed è stata portata alla luce una maggiore imposta accertata per 86.000 euro.

Il 2013 è stato l’anno nel quale c’è stato il maggior numero di controlli: ne sono stati fatti 12.069. Il più basso, invece, è stato il 2021, quando ne sono stati registrati 1.691.

L’anno, nel quale è stata scovata la maggiore evasione è il 2012: 1 miliardo e 201 milioni. Il Covid ha condizionato il 2020: il Fisco ha portato a casa il bottino più magro, solo 115 milioni di euro.

Il redditometro non funziona, parlano i numeri

redditometro utileStando a quanto messo in evidenza dal Centro Studi di Unimpresa il redditometro non funzionerebbe. Le indagini effettuate sui conti correnti avrebbero, sostanzialmente, permesso di ottenere dei risultati non molto alti, se paragonati alle aspettative.

Tredici anni di controlli svolti dall’amministrazione finanziaria sui rapporti bancari intrattenuti dai contribuenti italiani hanno generato meno di 100.000 verifiche – nel dettaglio sono state 84.155 – e hanno permesso di scovare solo 7,2 miliardi di tasse non pagate.

Nel periodo compreso tra il 2010 e il 2022 sono stati effettuati 6.500 controlli ogni anno, nel corso dei quali – mediamente per ogni annualità – è stata accertata imposta evasa per 86.000 euro. Il 2013 costituisce l’anno con il maggior numero di verifiche: 12.069, mentre quello più basso è il 2021 con 1.691.

L’evasione maggiore è stata scovata nel corso del 2012, quando sono stati portati alla luce 1 miliardo e 201 milioni di euro, mentre il bottino più magro è arrivato nel 2020 – anno contrassegnato dal Covid – quando sono stati scovati 115 milioni di euro.

Redditometro utile? un po’ di numeri

Il valore annuo dell’evasione si attesta intorno ai 100 miliardi di euro, mentre le indagini bancarie permettono di portare alla luce, nella migliore delle ipotesi, l’1% del totale.

L’analisi effettuata dal Centro Studi Unimpresa si basa sui dati dell’Agenzia delle Entrate del periodo compreso tra il 2010 e il 2022.

Complessivamente, come abbiamo già messo in evidenza, sono stati effettuati 84.155 controlli sui conti correnti bancari dei contribuenti, i quali, complessivamente parlando, hanno permesso di accertare una maggiore imposta per 7 miliardi e 245 milioni. In media, si tratta di circa 6.500 controlli l’anno, ciascuno dei quali ha consentito di portare alla luce denaro sottratto al fisco per 86mila euro.

Quanti controlli sono stati fatti anno per anno?

Ma andiamo ad analizzare la quantità dei controlli che sono stati effettuati anno per anno. Nel 2010 i controlli sui rapporti bancari sono stati 9.371 e hanno permesso di portare alla luce 866 milioni di evasione: ogni verifica, in media, è stata pari a 92.000 euro. Vediamo, invece, cosa è accaduto nel corso degli altri anni:

  • 2011: verifiche 10.869. Sono stati portati alla luce 1 miliardo e 129 milioni (104.000 euro in media);

  • 2012: verifiche 11.872. Sono stati portati alla luce 1 miliardo e 201 milioni (101.000 euro in media);

  • 2013: verifiche 12.069. Sono stati portati alla luce 1 miliardo e 134 milioni (94.000 euro in media);

  • 2014: verifiche 11.460. Sono stati portati alla luce 1 miliardo e 78 milioni (94.000 euro in media).

Nel corso degli anni successivi i numeri sono calati nettamente:

  • nel 2015 le verifiche si sono fermate a 5.425, mentre l’evasione accertata è stata pari a 409 milioni di euro (75.000 euro in media);

  • nel 2016, c’è stato un altro dimezzamento a quota 2.773. Il denaro sottratto al fisco pari a 178 milioni (64.000 euro in media);

  • nel 2017, le verifiche sono state 2.393 e il totale del gettito nascosto si è fermato a 213 milioni (89.000 euro in media);

  • nel 2018, le verifiche hanno ripreso quota e sono arrivate a 4.539, portando alla luce 239 milioni (53.000 euro in media, la più bassa nella serie storica);

  • nel 2019, i controlli hanno registrato un ulteriore aumento sfiorando quota 6.337. Sono emerse tasse non versate nelle casse dello Stato per 355 milioni (56.000 euro in media).

“Con il Covid si è registrata una svolta negativa: nel 2020, i controlli sui conti correnti bancari sono calati a 1.712 e hanno portato a galla evasione per 115 milioni (il dato più basso) pari a una media di 67 mila euro – si legge dell’analisi Unimpresa -..

Nel 2021, i controlli hanno raggiunto la soglia minima: 1.691 verifiche e 119 milioni accertati (70mila euro in media).

Nel 2022, un leggero aumento: 3.643 controlli e 209 milioni accertati (57mila euro). Rispetto al totale dell’evasione fiscale, pari a circa 100 miliardi di euro l’anno, i controlli sui conti correnti bancari consentono di individuare una percentuale di tasse non pagate molto contenuta: nella migliore delle ipotesi, si va leggermente sopra quota 1%, con la media che è pari a circa lo 0,6%”.

NdR. Il redditometro è utile? Vedi qui critiche e i suggerimenti dei Commercialisti

Pierpaolo Molinengo

Sabato 25 Maggio 2024