Inflazione persistente e ritardi nell’attuazione del PNRR rischiano di far diminuire l’attrattività e la competitività dell’Italia nel lungo periodo. L’incertezza internazionale rischia di gravare ulteriormente sullo stato di salute dell’economia italiana.
Quali sono le prospettive macro economiche per il futuro? E soprattutto a cosa devono prestare attenzione investitori e imprenditori?
Nel corso dei prossimi mesi, secondo le opinioni del panel di esperti AIBE raccolte nel corso del mese di aprile, sono due i fattori che possono influenzare le dinamiche della comunità internazionale:
- le elezioni negli Stati Uniti d’America, che potrebbero determinare la rielezione di Donald Trump;
- l’eventuale vittoria sul campo della Russia sull’Ucraina.
Tra i fattori da tenere sotto controllo, nel corso dei prossimi mesi, c’è il protrarsi della guerra in Palestina, dove potrebbero pesare le recenti tensioni con l’Iran. Gli interrogativi che si stanno sollevando sono legati principalmente ad una possibile escalation e su una possibile estensione del conflitto a livello regionale.
Questo è, in estrema sintesi, quanto emerge dall’Osservatorio sull’attrattività dell’Italia presso gli investitori esteri, che è stato realizzato direttamente dal Censis per conto di AIBE, l’Associazione Italiana delle Banche Estere. La ricerca si basata sulle opinioni di un panel di esperti internazionali.
Unione Europea, cosa accadrà dopo le elezioni di giugno?
Un appuntamento di particolare importanza è costituito dalle elezioni europee di giugno 2024, che permetteranno di delineare in maniera precisa e dettagliata il percorso dell’Unione europea. Ma, soprattutto, determinerà la sua capacità di prosperare o meno in un contesto globale che è, in questo momento, particolarmente instabile dal punto di vista politico ed economico.
Soffermandosi sulle elezioni per il nuovo Parlamento europeo, meno di un terzo degli esperti (29,8%) ha dichiarato di essere ottimista. E, soprattutto, di ritenere che le elezioni possano costituire un punto di svolta importante per la costruzione dell’Unione europea. Il 42,1% degli esperti si è dichiarato pessimista, mentre non è stato in grado di esprimere un’opinione definitiva sulla questione il 28,1%.
Un parte degli esperti ritiene che le prossime elezioni possano costituire un momento epocale per la costruzione dell’UE: l’opinione è alimentata dalla prospettiva che possano vincere gli schieramenti europeisti. Se questa vittoria si dovesse tramutare in realtà, potrebbero aumentare gli sforzi di riforma dell’Unione europea, che potrebbe passare attraverso l’adozione di alcune politiche comuni in alcuni settori, tra i quali ci sarebbero:
- la difesa;
- la politica fiscale;
- la gestione della doppia transizione.
A preoccupare gli esperti è il livello di incertezza che si è venuto a creare nel continente europeo e nelle regioni circostanti: una situazione che si è generata principalmente nel corso degli ultimi due anni. Il 43,99% del panel ha sottolineato come una delle priorità dell’Unione europea, nel corso del prossimo mandato, debba essere quello di completare la politica di difesa comune. Questa politica è contemplata da tempo: oggi come oggi risulta essere cruciale per il progresso e l’unità dell’Unione europea.
Gli esperti – almeno la maggior parte di loro – ritiene che l’emissione di debito pubblico europeo costituisca una strategia preferenziale, anche se il Consiglio europeo continua ad essere diviso sulla possibilità di finanziare le sfide che si presenteranno ricorrendo a questo strumento.
Ritardi del PNRR e inflazione, i nodi dell’economia italiana
Nel corso del 2024 la situazione economica e finanziaria potrebbe essere condizionata, secondo le opinioni che sono state raccolte dal Panel, da due fattori:
- il protrarsi dell’inflazione (57,9%);
- i ritardi nell’attuazione del PNRR (56,1%).
L’inflazione, nel corso dei prossimi mesi, potrebbe continuare a impattare sul potere d’acquisto delle famiglie: la spesa verrebbe sostanzialmente limitata e, di conseguenza, verrebbe frenata l’attività economica dell’Italia.
Alcuni problemi potrebbero derivare anche dai ritardi dell’attuazione del PNRR e delle riforme attese, che
“potrebbero compromettere gli investimenti e la competitività dell’Italia sul lungo periodo, rallentando il processo di ripresa economica – si legge nell’analisi del Censis -.
Minacce non poco importanti sono anche i prezzi delle materie prime e dell’energia, ancora elevati, indicato dal 40,4%, ma anche l’entrata in recessione della Germania, indicato dal 36,8%, considerando gli effetti che si produrranno sulle imprese italiane legate all’industria tedesca. Preoccupa anche il ritorno del Patto di Stabilità e di Crescita e il rischio deflattivo per contenere il deficit e il debito pubblico (33,3%)”
NdR. La crescita del PIL è debole: quali sono le reali prospettive di crescita economica per l’Italia?
Pierpaolo Molinengo
Venerdì 10 Maggio 2024