La crescita del PIL è debole: quali sono le reali prospettive di crescita economica per l’Italia?

L’ISTAT segnala una crescita con un aumento del PIL del 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% su base annua. Nonostante un contesto di rallentamento e incertezza, l’economia italiana pare dare segnali d forza: l’inflazione rimane controllata, l’occupazione è stabile e il turismo mostra ottime performance, fornendo presupposti positivi per un target di crescita dell’1% entro la fine dell’anno.

Segnali positivi dall’economia italiana, che, stando a quanto ha comunicato l’ISTAT, registra una crescita. Nel primo trimestre del 2024, in base alle stime preliminari, il PIL è aumentato dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti, che avevano chiuso con un aumento dello 0,1%. Su base annua la crescita del PIL 2024 è pari allo 0,6%.

Ma siamo davanti a un semplice abbaglio o l’economia italiana sta realmente crescendo? Secondo Mariano Bella, dell’Ufficio Studi Confcommercio, la suggestione che l’economia italiana goda di buona salute sembra valida. Anche se il contesto generale è contrassegnato da un rallentamento e dall’incertezza.

Ma cerchiamo di capire meglio cosa sta accadendo nel nostro Paese.

 

PIL in lieve crescita, ma l’economia come reagisce in realtà

crescita pil 2024Come si sta muovendo l’economia italiana? E soprattutto cosa si può evincere dal PIL?

Nel corso dell’ultimo trimestre del 2023 e nei primi tre mesi del 2024 l’economia italiana ha registrato dei risultati incoraggianti. Il Prodotto Interno Lordo è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e, in termini tendenziali, dello 0,6%.

A mettere in evidenza questi numeri è l’ISTAT, che ha inoltre segnalato che siamo davanti alla terza variazione positiva, dopo che è stata registrata una flessione nel corso del secondo trimestre 2023.

A determinare, in estrema sintesi, la variazione congiunturale è un aumento del valore aggiunto in tutti i comparti:

  • agricoltura;
  • silvicoltura e pesca;
  • industria e servizi.

Dal fronte della domanda, da segnalare un contributo negativo della componente nazionale – al lordo delle scorte – e un apporto positivo della componente estera netta.

“La stima preliminare della variazione del prodotto lordo per il primo trimestre del 2024 conferma le nostre valutazioni (+0,3% congiunturale) – spiega Mariano Bella direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio -.

Appare valida la suggestione che l’economia italiana goda di buona salute, seppure in un contesto di rallentamento e di incertezza.

L’inflazione sotto controllo, la tenuta dell’occupazione e le ottime performance del turismo, soprattutto nella componente straniera, costituiscono presupposti confortanti in vista del prosieguo dell’anno, per il quale l’obiettivo di crescita attorno all’1% resta ambizioso, ma largamente alla portata”.

L’analisi di Mariano Bella non si ferma qui:

“Oltre all’assenza di shock esterni, la dinamica economica di breve termine è condizionata sia dal ritmo di investimento secondo i protocolli del PNRR sia dal consolidamento del potere d’acquisto facilitato dal rientro dell’inflazione.

I dati sulla variazione dei prezzi in aprile, sia in Italia sia in Europa, in linea con le nostre stime, sono favorevoli.

L’inflazione è ormai sotto l’1% in Italia e non dovrebbe discostarsi molto da questo valore anche nella media dell’intero 2024. In Europa, si conferma al 2,4% in aprile e tenderebbe in media d’anno a valori poco superiori al 2%.

Le aspettative, secondo la BCE sarebbero solidamente ancorate al target istituzionale. Di conseguenza, ci si aspetta un taglio dei tassi di riferimento di 25-50 punti base nella riunione del direttivo del prossimo sei giugno”.

 

Il rallentamento dell’inflazione

A condizionare l’andamento dell’economia, ad ogni modo, continua a esserci l’inflazione, la quale spiega Giuseppe Spadafora, vicepresidente di Unimpresa, è scesa secondo quanto riferito dall’ISTAT allo 0,9% su base annua e al 2,4% per quanto riguarda il carrello della spesa, non deve illuderci.

“Occorre sempre ricordare che a cavallo tra il 2022 e il 2023, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto complessivamente del 13,8%: un’impennata clamorosa, raggiunta a una velocità da record storico, che ha fatto disastri e ha messo in seria difficoltà tanto i consumatori quanto le aziende – spiega Spadafora -.

Se in Italia l’inflazione è allo 0,9%, quindi abbondantemente al di sotto del livello target della Banca centrale europea, pari al 2% secco, nell’eurozona, la media è al 2,4%, ancora sopra la soglia di riferimento.

Ne consegue che, in assenza di una nuova, ulteriore e auspicabile discesa nel mese di maggio, il consiglio direttivo della Bce, a giugno, potrebbe rimandare l’attesa riduzione dei tassi d’interesse, oggi fermi al 4,5%.

Il nuovo slittamento della sforbiciata al costo del denaro, peraltro, potrebbe essere favorito dall’andamento dell’economia degli Stati Uniti e dalla linea della Federal reserve che ha pubblicamente annunciato di voler proseguire, a motivo di una inflazione americana ancora sostenuta, con una politica monetaria restrittiva, lasciando quindi i tassi invariati.

L’Eurotower è chiamato a decidere non solo nel merito della politica monetaria, ma soprattutto se intende sganciarsi dalla Fed, prospettiva che molti considerano, sbagliando, quasi una eresia”.

 

Le prospettive per il futuro secondo l’OCSE

Ma quali sono, invece, le prospettive previste per il futuro?

Stando alle previsioni dell’Economic Outlook dell’OCSE, per in Italia ci dovrebbe essere un significativo ridimensionamento dell’inflazione, che si dovrebbe attestare su un 1,1%. Siamo davanti a un notevole calo rispetto al 2022, quando era all’8,7%, e al 2023, quando si era attestata al 5,9%.

Per l’Italia le prospettive dell’OCSE sono improntate alla cautela: è prevista una crescita del PIL dello 0,7% nel 2024 e un modesto aumento nel 2025 (+1,2%). A condizionare il quadro è l’attività economica interna, ancora debole, e la pressione inflazionistica, che continua a persistere e a incidere negativamente sui redditi reali delle famiglie.

L’OCSE raccomanda all’Italia di adottare delle misure incisive per contrastare l’evasione fiscale (ma va?) e contenere al massimo la crescita della spesa per le pensioni.

 

NdR: potrebbe interessarti anche…

L’inflazione e i ritardi del PNRR costituiscono un freno all’attrattività dell’Italia

Italia: prospettive per PIL e inflazione

 

Pierpaolo Molinengo

Sabato 4 maggio 2024