La fine del Superbonus: quanto impatta sulla filiera delle costruzioni

Oltre alle problematiche fiscali ben note, il Superbonus ha avuto un effetto dirompente sul settore immobiliare che ha denotato un boom di investimenti in edilizia. Cosa cambia con lo stop al Superbonus in un quadro di inflazione ancora sostenuta e tassi alti?

Nel 2023 complessivamente ammontano ad 80 miliardi di euro i lavori generati attraverso i bonus edilizi. Di questi, 44 miliardi sono relativi al Superbonus.

A scattare questa fotografia è il rapporto dell’Osservatorio congiunturale dell’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili. Solo per quanto riguarda il Superbonus, i lavori sono stati pari a 9 miliardi di euro in più rispetto al 2022.

Numeri che grosso modo si inseriscono su quelli del Censis, che ha stimato che nel periodo compreso tra il mese di agosto 2020 e quello di ottobre 2022 il Superbonus ha generato investimenti per 55 miliardi di euro.

Ma vediamo nel dettaglio quanto hanno impattato i bonus edilizi sulla filiera delle costruzioni.

 

L’edilizia cresce grazie ai Superbonus

superbonus costruzioniGrazie ai bonus edilizi sono stati generati complessivamente lavori per 80 miliardi euro, dei quali 44 miliardi derivano direttamente dai Superbonus. A mettere in evidenza questi numeri è l’Ance.

Solo per fare un confronto con quanto accadeva in passato, basti pensare che nel periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022, il Censis ha stimato in 55 miliardi di euro gli investimenti legati al Superbonus.

Lavori che hanno attivato un valore della produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici pari a 79,7 miliardi di euro.

A questi numeri si devono andare a sommare altri 36 miliardi di euro dell’indotto.

Complessivamente, secondo quanto stimato dal Censis, siamo davanti ad una spesa complessiva di 115 miliardi di euro.

L’Ance ha stimato che a seguito della fine del Superbonus e della cessione del credito ci possa essere una riduzione degli investimenti nelle costruzioni pari al 7,4%.

“Quando parlo di depotenziamento del Superbonus, mi riferisco soprattutto allo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Il depotenziamento che vedo nella rinuncia alla cessione è preoccupante – ha spiegato Flavio Monosilio, direttore del Centro Studi dell’Ance -.

Tutti gli altri bonus edilizi sono stati indubbiamente trainati dal Superbonus, ci aspettiamo che tornino a livelli precedenti ma voglio sottolineare che sono tutti a livello di abitazione. A livello di edificio o di condominio non c’è stato quasi nulla in Italia, e sarebbe proprio sui condomini che dovremmo intervenire, perché sono quelli più efficaci nella riduzione delle emissioni”.

 

Gli altri settori

Ma torniamo al 2023 e ai dati dell’Ance. A crescere, nel corso dell’ultimo anno, è stato anche il settore non residenziale privato, che ha registrato un +5%.

Buona la crescita anche delle opere pubbliche, per le quali è stata registrata una crescita del 18%, grazie, principalmente, al PNRR e ai fondi dell’Unione europea. A trainare il trend positivo – seppur in lieve flessione – sono i Comuni.

La spesa per gli investimenti pubblici ha registrato una crescita del 41%, passando a 18,6 miliardi di euro del 2023 ai 13,2 miliardi di euro del 2022.

I numeri risultano essere positivi anche sul fronte dell’occupazione: stando a quanto riportano le casse edili è stato registrato un aumento delle ore lavorate pari ad un +0,9%.

Aumentano anche i lavoratori iscritti, che nel corso dei primi nove mesi del 2023 sono cresciuti del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2022.

 

Inflazione e impatto del Pil

Purtroppo, l’inflazione continua ad impattare pesantemente sul potere d’acquisto delle famiglie. A seguito anche dell’aumento dei tassi d’interesse – stando a quanto riporta la Banca d’Italia – nel 2023 risultano essere crollati i mutui del 28,3%.

Strettamente connesso a quanto accade nel mercato dei mutui sono le compravendite immobiliari, le quali, nel corso dei primi nove mesi del 2023, sono crollate dell’11,8% (le stime, in questo caso, sono quelle dell’Agenzia delle Entrate).

L’edilizia, secondo il rapporto dell’Ance, nei due anni 2021 e 2022 ha contribuito per circa un terzo alla crescita del PIL italiano: +12,3%. Se invece si prende in considerazione tutta la filiera si sale al 50%.

Nell’arco di tre anni il settore delle costruzioni è riuscito a recuperare l’80% della produzione persa nel periodo della crisi. Dal 2008 al 2020 erano stati persi 92 miliardi, dal 2021 a oggi si sono recuperati 75 miliardi.

 

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Pierpaolo Molinengo

Sabato 3 febbraio 2024