Quali sono le presunzioni fiscali che vengono utilizzate per accertare la cessione di licenza di taxi e le eventuali plusvalenze?
Determinazione della plusvalenza da cessione di licenza taxi
In tema di imposte sui redditi, per la determinazione della plusvalenza realizzata con la cessione di una licenza per taxi, ove l’Ufficio si sia avvalso della prova a mezzo di presunzioni semplici ai sensi dell’art. 39, primo comma, lett. d), del d.P.R. n. 600/1973, il giudice è tenuto a verificare l’esistenza degli elementi assunti a fonte della presunzione e la rispondenza di questi ai requisiti di gravità, precisione e concordanza richiesti dalla legge e la sussistenza di un rapporto causale, nonché ad accertare che il fatto da provare sia desumibile da quello noto, come conseguenza ragionevolmente possibile, secondo un criterio di normalità e in base a regole di esperienza.
E’ questo il principio espresso dalla Corte di Cassazione, nell’ordinanza n. 17504 del 31 maggio 2022 (già anticipata nel Diario del 14 giugno scorso).
Il fatto: cessione di licenza di taxi accertata
Un contribuente ha impugnato dinanzi alla C.T.P. di Firenze l’avviso di accertamento, con il quale l’Agenzia delle entrate aveva rideterminato in € 200.000,00 il valore della plusvalenza realizzata con la cessione di una licenza di taxi, a fronte dell’importo di € 30.000,00 dichiarato in contratto, con conseguente maggiore imposizione ai fini IRPEF; a tanto l’amministrazione era pervenuta a seguito di accertamento su base presuntiva, ai sensi dell’art. 39, comma primo, lett. d), d.P.R. 29/09/1973, n. 600.
La C.T.P. ha accolto parzialmente il ricorso, riducendo il valore accertato all’importo di € 57.005,00.
Detta sentenza è stata oggetto di appello principale dell’Amministrazione finanziaria e di appello incidentale del contribuente.
Il giudice d’appello, disposta d’ufficio l’acquisizione di informazioni alla Guardia di Finanza circa il costo medio di una licenza per taxi nel Comun