Talune delle scelte che saranno adottate nella redazione del bilancio dell’esercizio 2020 dovranno tener conto anche della presenza di eventuali contributi in conto impianti.
In particolare, le operazioni che possono avere effetti o, comunque, prendere in considerazione tali contributi sono quelle della rivalutazione dei beni d’impresa e della sospensione degli ammortamenti.
A queste possono aggiungersi anche altre situazioni che non comportano scelte ma sono, in qualche modo, obbligate a considerare la presenza dei contributi, come la moratoria dei canoni di leasing e il trattamento del super e iper ammortamento.
In pratica, si tratta di tutte quelle operazioni che possono avere ad oggetto i beni ammortizzabili per i quali possono essere stati concessi o comunque fruiti aiuti consistenti in contributi in conto impianti. Ma come vanno trattati nel bilancio di chiusura i contributi in conto impianti erogati??
I contributi in conto impianti e le modalità di rilevazione
Come è noto, nella pratica è possibile individuare le seguenti diverse tipologie di contributi a ciascuna delle quali corrisponde un diverso trattamento fiscale e un diverso trattamento contabile;
- i contributi in conto esercizio rientranti nell’ambito dell’85, lett. h, del TUIR, tassabili con il criterio di competenza essendo considerati ricavi e imputabili tra i ricavi di esercizio o, se sono relativi a interessi, nella gestione finanziaria del conto economico; in particolare, secondo un consolidato orientamento dell’Amministrazione finanziaria, i contributi in conto esercizio sono “quelli che integrano i ricavi o rettificano i costi di esercizio” (per tutte, cfr. risoluzione 22 luglio 1993, n. III-6-023);
- i contributi in conto impianti, concessi per l’acquisto di beni strumentali ammortizzabili, la cui partecipazione alla formazione del reddito d’impresa avviene in relazione al processo di ammortamento dei beni cui si riferiscono e imputabili al conto economico o come minor ammortamenti dei beni cui si riferiscono (metodo della diretta imputazione) o come quote di altri ricavi (metodo dei risconti passivi);
- i contributi in conto capitale rientranti nell’ambito dell’ 88, lett. b, del TUIR, compresi i contributi a fronte di spese di ricerca e sviluppo ai sensi dell’art. 108 del TUIR e i c.d. “contributi misti” non ripartibili fra le altre tipologie, tassabili con il criterio di cassa essendo considerati sopravvenienze attive e imputabili tra i proventi straordinari.
Sotto il profilo contabile, quindi, i contributi in conto impianti possono apparire in bilancio al costo al netto del contributo o al costo lordo con contropartita – nei risconti passivi – del contributo; in ogni caso, l’effetto a conto economico degli ammortamenti e del contributo è assolutamente identico, come appare dal seguente esempio:
|
Rilevazione del contributo con il metodo dei risconti passivi |
Rilevazione del contributo a riduzione del valore cespite |
|
1.000 400 |
1.000 400 |
Valore cespite in contabilità |
1.000 |
600 |
Ammortamento (per esempio 10%) |
100 |
60 |
Quota contributo 10% (voce A5 del conto economico) |
40 |
0 |
Valore del cespite al netto del solo ammortamento |
900 |
540 |
Valore netto risconti passivi |
360 |
0 |
Valore del cespite al netto dell’ammortamento e del contributo |
540 |
540 |
Effetto sul conto economico |
60 |
60 |
Sotto il profilo degli effetti civilistici e di bilancio i due metodi sono perfettamente coincidenti[1].
Su questa base, è possibile quindi verificare i comportamenti da tenere, per le singole situazioni, nella redazione del bilancio 2020, facendo sempre riferimento agli esempi numerici del prospetto.
La rivalutazione e i contributi in conto impianti
Ove l’impresa abbia deciso di procedere alla rivalutazione dei beni d’impresa, si ritiene che si debba tener conto anche degli ev