Esame delle novità introdotte dal Decreto Agosto in tema di proroga e rinnovo del contratto a termine, il contratto attualmente più usato dalle aziende, oggetto negli ultimi anni di modifiche normative sostanziali.
Premessa normativa sul contratto a termine
Come noto in questi ultimi anni il contratto di lavoro più utilizzato dalle imprese per le assunzioni è stato quello a tempo determinato.
La liberalizzazione della causale di apposizione del termine unitamente alla flessibilità concessa a chi decide di stipulare contratti collettivi, anche territoriali o aziendali, hanno aumentano il ricorso a tale tipologia di contratto di lavoro.
Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.144 del 24 giugno, supplemento ordinario n. 34, del Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n. 81, ha preso il via la modifica normativa del contratto a termine in vigore dal 25 giugno 2015 in seguito ancora aggiornata dal Decreto Dignità che ha introdotto le causali per la stipula dei contratti ed ha modificato la durata massima degli stessi riducendo il numero delle proroghe e dei rinnovi operabili.
Vi è da dire che il decreto Dignità (Legge n. 96 del 9 agosto 2018 di conversione del Decreto Legge n. 87/2018) ha modificato il costo del lavoro in materia di contratto a termine in quanto il legislatore ha disposto l’aumento degli oneri contributivi a carico dei datori di lavoro che procedono a più rinnovi contrattuali.
Oltre al contributo previsto dalla Legge Fornero n. 92-2012 pari all’1,4 % che grava oggi sull’imponibile contributivo di tutti i contratti a tempo determinato, viene previsto un aumento di 0,5 punti percentuali in oc