Incentivo Resto al Sud: ampliamento della platea e come presentare domanda

Finalmente è stata ampliata la platea di beneficiari dell’incentivo Resto al Sud a sostegno della crescita nel Mezzogiorno. Ecco i requisiti e come presentare domanda.
L’accesso alle agevolazioni sarà ora consentito anche ai soggetti che svolgono attività libero-professionale e fino a 45 anni di età

resto al sud incentivoAmpliata la platea dei beneficiari dell’incentivo

Con il decreto n. 134 del 5 agosto 2019, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 novembre 2019 e in vigore dal prossimo 8 dicembre, che ha modificato il regolamento n. 174 del 9 novembre 2017, concernente la misura incentivante introdotta dal D.L. n. 91/2017, è stata ampliata la platea di beneficiari dell’incentivo noto come “Resto al Sud“, agevolazione che mira a sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno.

L’accesso alle agevolazioni sarà ora consentito anche ai soggetti che svolgono attività libero-professionale e fino a 45 anni di età.

A breve sarà possibile presentare la domanda da parte dei nuovi soggetti, collegandosi alla nuova piattaforma di Invitalia.

Ricordiamo che, inizialmente, l’agevolazione “Resto al Sud” era indirizzata solo all’avvio di attività d’impresa e fino a un limite massimo di età di 35 anni.

Successivamente, invece, l’agevolazione è stata estesa ai soggetti di età compresa tra 18 e i 45 anni, purché siano costituiti, al momento della presentazione della domanda (o comunque successivamente al 21 giugno 2017), in impresa individuale o società, anche cooperative, e le società tra professionisti.

 

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Requisiti di accesso all’incentivo Resto al Sud

L’incentivo è diretto a sostenere la nascita di nuove imprese nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Le richieste di agevolazioni possono essere presentate da soggetti:

  • residenti nelle predette regioni ovvero che vi trasferiscono la residenza entro 60 giorni (120 se residenti all’estero) dall’esito positivo dell’istruttoria;
     
  • che non siano già titolari di altra attività di impresa attiva alla data del 21.06. 2017;
     
  • che non risultino già beneficiari di altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio;
     
  • e che non abbiano in corso un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

L’incentivo è stato introdotto nel 2017 per aspiranti imprenditori fino a 35 anni di età, è stato ampliato dalla manovra 2019 (comma 601 legge 145/2019), che lo ha esteso ai liberi professionisti e ha alzato l’età massima a 45 anni.

Questa modifica è stata poi recepita dal DPCM 13 dello scorso 5 agosto, finalmente pubblicato in Gazzetta con entrata in vigore 8 dicembre 2019.

Le forme giuridiche ammesse sono: impresa individuale o società (comprese le cooperative e le società fra professionisti).

Per le attività libero-professionali svolte in forma individuale è richiesta unicamente la partita IVA nonché, laddove prevista, l’iscrizione agli ordini professionali.

Anche nel caso delle Partite IVA deve trattarsi di una nuova attività.

Non possono infatti presentare domanda di agevolazione coloro che nei 12 mesi precedenti avevano già una partita IVA relativa ad un’attività analoga a quella per cui si chiede l’agevolazione.

La regola prevede che il codice ATECO non possa essere identico, fino alla terza cifra di classificazione delle attività economiche, a quello corrispondente all’attività di agevolazione.

Nel caso in cui l’impresa abbia diversi soci, non devono essere tutti under 45, ma gli eventuali soci che hanno un’età maggiore non possono superare un terzo della compagine societaria e non essere parenti di nessuno degli altri soci (fino al quarto grado di parentela).

 

Gli interventi legislativi

All’articolo 1 del D.L 20.06. 2017, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 3.08.2017, n. 123, sono apportate le seguenti modificazioni:

  1. al comma 2, alinea, le parole: «35 anni» sono sostituite dalle seguenti: «45 anni »;
     
  2. al comma 6, dopo il primo periodo è inserito il seguente: «La costituzione nelle suddette forme giuridiche è obbligatoria ai fini della concessione delle agevolazioni di cui al comma 8, ad eccezione delle attività libero-professionali, per le quali è richiesto esclusivamente che i soggetti presentanti le istanze di cui al co. 3 non risultino, nei dodici mesi precedenti la presentazione della domanda di agevolazione, titolari di partita IVA per l’esercizio di un’attività analoga a quella proposta»;
     
  3. al comma 6, secondo periodo, le parole: «e le imprese e le società» sono sostituite dalle seguenti: «e le imprese, le società e le attività libero-professionali»;
     
  4. al comma 10, le parole: « libero professionali e » sono soppresse.

 

Attività escluse dal finanziamento

Sono escluse dal finanziamento le attività agricole e il commercio, mentre invece con “Resto al Sud” è consentito avviare iniziative imprenditoriali per:

  • produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
     
  • fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
     
  • turismo.

 

Ammontare del finanziamento Resto al Sud

Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in un contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo e in un finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI.

Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi.

L’incentivo può arrivare fino a 50mila per un soggetto individuale e fino a 200mila euro per una società.

 

Come presentare istanza

Resto al Sud è un incentivo a sportello, pertanto le domande verranno esaminate senza graduatorie in base all’ordine cronologico di arrivo.

L’istanza va presentata esclusivamente online, sul sito web di Invitalia.

Prima di presentare domanda è necessario:

  • registrarsi ai servizi online di Invitalia, compilando l’apposito form;
     
  • consultare e scaricare i facsimile di domanda;
     
  • disporre di una firma digitale e di un indirizzo di Posta elettronica certificata (Pec) valido e attivo, in considerazione del fatto che tutte le comunicazioni tra l’Agenzia e i proponenti avvengono esclusivamente via Pec;
     
  • successivamente alla presentazione della domanda, nella sezione «contatti», i proponenti potranno modificare numeri di telefono, indirizzo mail e Pec.

La domanda è composta dal progetto imprenditoriale da compilare online e dalla documentazione da allegare. Le domande vengono valutate come già evidenziato in ordine cronologico di arrivo, mediamente entro due mesi dalla presentazione (salvo eventuali richieste di integrazione dei documenti).

Invitalia verifica il possesso dei requisiti e poi esamina nel merito le iniziative, anche attraverso un colloquio con i proponenti.

L’ istanza va firmata digitalmente dal titolare o futuro titolare dell’impresa individuale.

Per le società, invece, va firmata dal legale rappresentante o, nel caso di società costituenda, da uno dei soggetti del team di progetto, purché in possesso dei requisiti richiesti.

 

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A cura di Giovanna Greco

Venerdì 6 Dicembre 2019