L’Equity Crowdfunding in Italia come Strumento di Crescita

La Legge di Bilancio 2017 ha esteso alle PMI la possibilità di accedere all’equity crowdfunding, uno strumento di raccolta di capitali di rischio utilizzabile quindi anche dalle piccole e medie imprese.

Tale strumento permette alle piccole medie imprese costituite anche in forma di S.r.l. di “quotarsi” sul mercato mediante la raccolta di capitali che avviene attraverso portali on-line. Si tratta di una modalità di raccolta di finanziamento estremamente innovativa per il mercato italiano ma che può avere sviluppi inaspettati

 

equity crowdfunding in italia come funziona

Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio tramite portali della CONSOB 

I portali sono disciplinati dal “Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio tramite portali on-line” adottato dalla CONSOB con delibera n. 18592 del 26 giugno 2013 e aggiornato con le modifiche apportate dalla delibera n. 20264 del 17/01/2018.

 

 

Vantaggi dell’Equity Crowdfunding 

I vantaggi dell’equity crowdfunding sono molteplici:

 

  • permette difatti agli imprenditori di ampliare la platea di investitori con capitale di rischio, proponendo idee imprenditoriali in fase di start up o di sviluppo,
  • e dall’altro lato offre agli investitori un parterre di situazioni imprenditoriali che possono essere di interesse sia a fini di sinergie operative con altre realtà imprenditoriali, sia a fini speculativi.

 

Quadro Normativo dell’Equity Crowdfunding

Lo sviluppo della tecnologia ha pertanto permesso la nascita di nuove opportunità imprenditoriali, ed il contesto normativo ha creato il quadro entro cui far interagire le parti.

Sul punto, si rileva che il concetto di piccola e media impresa è definito dal Regolamento UE n. 2017/1129 del 14 giungo 2017 e che nell’ordinamento italiano sono apparsi sulla scena nuovi soggetti tra i quali si annoverano:

 

 

Il quadro normativo ha permesso lo sviluppo dell’equity crowdfunding in Italia, che nel corso del 2018 ha permesso una raccolta complessiva pari a 36 milioni di euro, confluiti nel capitale di rischio di 113 società.

 

Tipologie di Quote per gli Investitori 

In tale contesto è di fondamentale importanza per l’imprenditore un supporto specifico sia relativo alla tipologia di quote da assegnare agli investitori, che potranno avere diritti di voto diversificati o diritti patrimoniali “rafforzati”, sia un prospetto di fonti, impieghi e prospettive future indicate in un business plan che possa creare interesse e fiducia negli investitori.

Nello specifico, potranno essere create categorie di quote fornite di diritti patrimoniali e/o amministrativi diversi e ciò in deroga a quanto previsto all’art. 2468, comma 2 e 3 c.c..

Possono altresì essere previste:

 

  • quote che non attribuiscano diritto di voto,
  • che attribuiscano diritti di voto in maniera non proporzionale alla partecipazione
  • o che attribuiscano diritti di voto limitati a particolari fattispecie o veicolati a condizioni non prettamente potestative.

 

È chiara la volontà di voler avvicinare le piccole realtà potenzialmente emergenti alle diversificate esigenze della platea di investitori.

 

Disciplina dell’Offerta tramite Portali

Per questo stesso motivo, come si evince dalla lettura dell’articolo 24 del Regolamento Consob adottato con delibera n. 18592 del 26 giugno 2013, affinché una PMI innovativa o start up possa essere ammessa alla offerta sul portale online (peculiare strumento dell’equity crowdfunding) il gestore di quest’ultimo dovrà verificare specifiche previsioni all’interno dello Statuto della emittente come la previsione di un meccanismo di exit a favore del socio di minoranza (es: clausola tag along) e la pubblicazione su sito internet dei patti parasociali.

Risulta ancor più evidente l’apporto professionale necessario da parte di un professionista, Dottore commercialista, esperto altresì di diritto societario affinché possa aiutare l’impresa nel suo cammino evolutivo.

 

Agevolazioni Fiscali del Crowdfunding Equity per gli Investitori

Non solo lato PMI o start up ma anche verso gli investitori il Governo aveva pensato ad attirare capitali con il giusto appeal.

Dapprima con il Decreto Crescita 2.0 (decreto legge 18 ottobre 2012 n. 179 convertito con modificazioni dalla Legge 17 dicembre 2012 n. 221) inerente incentivi fiscali per chi investe in start up innovative e successivamente con l’introduzione della definizione di PMI innovativa tramite il Decreto Investment Compact del 2015 che ha affiancato le PMI innovative alle start up facendo accedere le prime alle categorie per le quali erano previste le agevolazioni fiscali in capo agli investitori.

Da ultimo, la Legge di Bilancio 2019 al comma 218 e seguenti ha confermato e rimodulato le agevolazioni fiscali per gli investitori interessati che siano essi persone fisiche o giuridiche prevedendo importanti sgravi fiscali.

 

L’Importanza del Commercialista per l’Equity Crowdfunding 

Persino in questo scenario ritorna ad essere rilevante la figura del Dottore commercialista che, esperto in materia fiscale, sarebbe in grado di far comprendere non solo all’impresa come proporsi in maniera efficace all’investitore ma anche come descrivere a quest’ultimo i considerevoli vantaggi di un investimento che potrà acquisire anche diversa natura, quella dell’incentivo fiscale.

 

 

A cura di Gianpiero De Martinis e Matteo Vasi

Martedì 9 Luglio 2019