Il Decreto Dignità dedica particolare attenzione al fenomeno del precariato. In tale contesto si inseriscono le novità previste dal Legislatore in caso di licenziamenti giudicati ingiustificati (giustificato motivo oggettivo, giustificato motivo soggettivo o giusta causa), incrementando i limiti di mensilità delle indennità risarcitorie che l’azienda è tenuta a corrispondere al dipendente. Vediamo quindi nel dettaglio come variano i costi che le aziende devono sostenere in caso di licenziamenti ingiustificati – effettuati a decorrere dal 12 agosto 2018 – di dipendenti rientranti nel contratto a tutele crescenti
Le nuove disposizioni introdotte dal D.L. 12 luglio 2018, n. 87, convertito con modificazioni in L. 9 agosto 2018, n. 96 (meglio conosciuto come “Decreto Dignità”), sono entrate in vigore a partire dallo scorso 12 agosto 2018; esso ha come obiettivo quello di mirare a garantire una maggiore tutela della dignità dei lavoratori, delle imprese e dei professionisti, nonché di aumentare l’occupazione in Italia. Particolare attenzione è stata dedicata al fenomeno del precariato, le cui misure di contrasto sono raccolte nel Capo I, che comprende gli articoli che vanno dall’1 al 4. In tale contesto si inseriscono le novità previste dal Legislatore in caso di licenziamenti giudicati ingiustificati (giustificato motivo oggettivo, giustificato motivo soggettivo o giusta causa), incrementando i limiti di mensilità delle indennità risarcitorie che l’azienda è tenuta a corrispondere al dipendente. Vediamo quindi nel dettaglio come variano i costi che le aziende devono sostenere in caso di licenziamenti ingiustificati – effettuati a decorrere dal 12 agosto 2018 – di dipendenti rientranti nel contratto a tutele crescenti, di cui all’art. 1 del D.Lgs. 4 marzo 2015, n. 23/2015.
L’aumento delle mensilità per il calcolo dell’indennità risarcitoria
Con il c.d. Decreto Dignità (D.L. 12 luglio 2018, n. 87, convertito con modificazioni in L. 9 agosto 2018), il Governo ha inteso rendere molto più oneroso per le aziende il licenziamento ingiustificato di lavoratori rientranti nelle condizioni del contratto a tutele crescenti (ar