Le lettere che in questi giorni stanno ricevendo i lavoratori autonomi dall’Agenzia delle entrate per presunti redditi professionali non dichiarati relativamente all’anno d’imposta 2022, sono sbagliate. L’Agenzia ha “dimenticato” che i titolari di tali redditi li dichiarano in base al principio di cassa previsto dall’art. 54, c. 1, del d.P.R. n. 917/86. Le comunicazioni inviate sono generate dalla sommatoria di due elementi: le CU trasmesse dai sostituti d’imposta del lavoratore autonomo e le fatture elettroniche emesse da quest’ultimo. Le CU sono in grado di rappresentare effettivamente i redditi erogati per cassa al lavoratore autonomo, diverso è per le fatture elettroniche emesse nei confronti di privati che, in quanto tali, non rivestono la natura di sostituti d’imposta e, pertanto, non rilasciano alcuna CU. Ed è questo il punto di critica: come può Agenzia delle entrate affermare nelle motivazioni di tali inviti che il contribuente abbia percepito tali redditi, senza avere certezza dell’effettivo incasso di dette fatture verso i privati? Per risolvere la questione sarà necessario attivarsi con il Civis, al fine di dimostrare il mancato incasso nell’anno di quei compensi.
24 ottobre 2025

