Si può applicare la cedolare secca in caso di locazioni di unità immobiliari ad uso abitativo ad un affittuario esercente attività d’impresa o di arti e professioni. Invece l’esclusione dall’applicazione della cedolare secca deve essere riferita, esclusivamente, alle locazioni di unità immobiliari effettuate dal locatore nell’esercizio della sua attività di impresa o della sua arte/professione, restando, invece, irrilevante la qualità del conduttore e la riconducibilità della locazione alla sua attività professionale.
La Corte di Cassazione ha pronunciato un importante principio in tema di cedolare secca su immobili utilizzati nell’ambito dell’attività imprenditoriale o professionale.
Il caso: liquidazione imposta di registro su immobile locato con cedolare secca
Nel caso di specie, la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la decisione di primo grado, che aveva ritenuto illegittimi gli avvisi di liquidazione notificati dall’Agenzia delle Entrate per omesso versamento dell’imposta di registro, relativamente alle annualità 2012 e 2013, in ordine ad un contratto di locazione, stipulato con una Sas, avente ad oggetto un immobile ad uso abitativo destinato al legale rappresentante della stessa società (parte conduttrice del contratto di locazione).
La Commissione Tributaria Regionale, in particolare, aveva evidenziato che il comma 6 dell’art. 3, D.Lgs. n. 23 del 2011 escludeva l’applicazione del regime sostitutivo di tassazione (c.d. “cedolare secca”), previsto a favore del loc