Le materie sussidiarie e di consumo vanno annotate nel libro giornale di magazzino?
In sede di verifica dell’inventario di fine anno è prevista una tolleranza tra risultanze effettive e quelle riscontrate nel gestionale?
Un esempio pratico aiuta a rispondere a questi dubbi.
QUESITO
Per quanto attiene alle materie sussidiarie e di consumo vanno anch’esse annotate nel LIBRO GIORNALE di magazzino?
In sede di verifica dell’inventario di fine anno è prevista una tolleranza tra le risultanze effettive rispetto a quelle riscontrate nel gestionale?
Poniamo un esempio, calzante con la nostra situazione più generale: il nostro magazzino è composto da soli “ricambi” che, acquistati al costo di € 60,00 vengono venduti ai Clienti al prezzo di € 100,00.
Il mercato ci dice che qualora dovessimo liquidare per intero il magazzino non realizzeremmo più di € 20,00 al pezzo.
Quale valore è corretto attribuire alle nostre rimanenze secondo i criteri indicati dai principi contabili?
RISPOSTA
Sono posti 3 differenti quesiti, tutti legati alla contabilizzazione e valorizzazione di rimanenze di beni:
- Contenuto della contabilità di magazzino;
- Valorizzazione (svalutazione) dei beni in giacenza;
- Gestione delle differenze inventariali.
Contabilità di magazzino
Le rimanenze di materie sussidiarie e di consumo (costituite da materiali usati indirettamente nella produzione; cfr. OIC 13, par. 4) non sono espressamente richiamate dalla norma (art. 14, co. 1, lett. d), DPR 600/1973) tra i beni oggetto di rilevazione nella contabilità di magazzino.
Secondo quest’ultima disposizione, nelle scritture ausiliarie di magazzino devono essere registrate le quantità entrate ed uscite di:
- merci destinate alla vendita;
- semilavorati, se distintamente classificati in inventario (esclusi i