Il patto di famiglia consente il passaggio generazionale di aziende e partecipazioni con vantaggi fiscali, ma pone interrogativi su chi debba liquidare i legittimari non assegnatari e su come determinare le imposte. Recenti decisioni e un cambio di orientamento del Fisco chiariscono aspetti chiave. Quali sono le novità e le implicazioni?
Patto di famiglia: novità fiscali e orientamenti giurisprudenziali
Ricordiamo come il patto di famiglia, istituito con la legge n. 55 del 14 febbraio 2006, sia un contratto, al quale devono partecipare tutti i legittimari, con il quale un soggetto (il disponente) attribuisce la titolarità di una azienda o di una partecipazione societaria a favore di uno o più dei suoi discendenti (legittimari assegnatari) (non al coniuge, quindi), i quali a loro volta dovranno procedere alla liquidazione di una somma a favore degli altri legittimari (legittimari non assegnatari, figli e coniuge del disponente).
È un contratto che gode di un particolare trattamento, essendo escluso per legge dalla azione di riduzione e collazione.
Patto di famiglia: profili fiscali
L’aspetto fiscale è stato poi regolato dalla legge n. 296 del 27 dicembre 2006.
In generale è stata prevista l’esenzione dall’imposta sulle successioni e donazioni per i trasferimenti di azienda o